di Mariantonietta Rasulo –
Sono 25.000 i consumatori truffati dalla Estesa Limited, società con sede alle Seychelles multata dall’antitrust per pratiche commerciali scorrette e ingannevoli.
Nonostante l’ingente multa, circa 1.500,000 euro, la società continua ad inviare email minacciose ai consumatori intimando il pagamento o il ricorso a vie legali a carico del cittadino.
Non risulta che Estesa – la quale non si è neppure difesa nel procedimento di fronte all’Autorità – abbia intrapreso alcuna azione legale nei confronti dei consumatori “vittime” delle pratiche commerciali scorrette accertate e che non abbiano pagato quanto da essa preteso quindi non effettuate nessun tipo di pagamento!!!!
Ma vediamo come funziona la truffa.
Il fenomeno ha riguardato alcuni prodotti software offerti apparentemente in modo gratuito: il consumatore digitava su Google il nome del prodotto, disponibile peraltro liberamente in rete, utilizzando parole chiave come ‘gratis’ e come primo risultato appariva il link www.italia-programmi.net, tramite il quale si trovava nella home page del sito. Introducendo i dati personali, come richiesto per registrarsi e scaricare il software ricercato, e senza la richiesta di carte di credito o altre modalità di pagamento, il consumatore attivava inconsapevolmente un contratto di abbonamento a titolo oneroso di durata biennale, dell’importo annuale di 96 euro. La pagina di registrazione riportava i termini dell’abbonamento con un’evidenza grafica non sufficiente ad una loro immediata comprensione.
Una volta tratto in inganno l’utente, la società iniziava ad inviare richieste di pagamento dopo che erano trascorsi dieci giorni dalla registrazione, rendendo dunque impossibile l’esercizio del diritto di recesso e negandolo anche a quanti lo avevano esercitato tempestivamente. I pagamenti richiesti dovevano essere effettuati tramite bonifico su un conto presso una banca di Cipro. Ai consumatori che non pagavano arrivavano solleciti di pagamento (via mail o per lettera) dal carattere minaccioso, con l’applicazione di costi aggiuntivi e, addirittura, paventando l’esperimento di un’azione penale, inesistente nel nostro Paese, in modo da esercitare un’indebita pressione psicologica. Estesa ha peraltro inviato i solleciti anche a consumatori che non si erano mai registrati sul sito.
L’antitrust ha comunque deciso di trasmettere copia del provvedimento finale alla Procura della Repubblica di Roma, che ha già aperto un fascicolo. Della delibera finale è stata informata la Guardia di Finanza e la Polizia Postale che ha attivamente collaborato con l’Autorità e continuerà a seguire la vicenda d’ufficio, per i profili di rilevanza penale.
La delibera, che ha accertato le condotte illecite di Estesa in violazione del Codice del Consumo, verrà inoltre diffusa nel circuito internazionale delle autorità di tutela dei consumatori trattandosi di una pratica suscettibile di essere “riprodotta” con caratteristiche analoghe in altri Paesi.