– di Nadia Fondelli –
Era dicembre quando, a seguito della cancellazione improvvisa e imprevista della manifestazione “Autunno in Valdarno e Valdisieve” che dal 2011 porta grazie all’unione, nel mese di novembre in città, negli spazi della Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi, il meglio delle eccellenze enogastronomiche del territorio, che abbiamo capito che sull’ente si addensavano delle nubi.
Tutti i sindaci interpellati non hanno fornito alla nostra redazione alcuna risposta ad eccezion fatta del sindaco di Pelago, Renzo Zucchini, che ha parlato di generici problemi logistici.
Erano i giorni successivi alle prime esternazioni dei sindaci di Pontassieve e Rignano sull’Arno quando su questo foglio a firma del collega Claudio Molinelli abbiamo iniziato a preoccuparci dello stato di salute dell’Unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve della quale, e non solo, il nostro giornale dal settembre 2011 è nato come portavoce.
Oggi, ad alcuni mesi da quell’articolo più che di luci ed ombre potremmo parlare di temporale. La situazione è costantemente in evoluzione ed ecco, che un riassuntino è più che doveroso farlo.
Tutto è iniziato alcuni mesi fa quando, il sindaco di Rignano sull’Arno Daniele Lorenzini, in un momento di ira pubblica ha sbottato dicendo di essersi pentito a non lasciarsi attrarre dalle sirene che cantavano dal lato di Incisa e Figline che si stavano fidanzando (e poi si sono sposate) in un Comune unico.
Forse l’idea di essere il terzo incomodo non lo aveva convinto e così ha preferito optare per l’Unione dei Comuni del Valdarno Valdisieve.
E poi è partito il domino come se, tacitamente, tutti, aspettassero che qualcuno facesse la prima mossa per osservare e capire se fosse stata giusta o sbagliata.
Monica Marini, sindaca di Pontassieve, non se l’è fatta dire due volte e ha colto l’assist per dichiarare, senza troppi giri di parole, che l’esperienza dell’Unione dei Comuni era fallimentare e che poteva anche chiudersi.
C’è voluto un mese per reagire e decidere che la “crisi” valeva un’assemblea pubblica straordinaria dell’Unione dei Comuni. E così è stato anche se, solo pochi giorni prima della stessa è uscito un comunicato del Pd di Pontassieve che affermava che l’Unione è bellissima e funziona benissimo.
Mah, forse avevo capito male. Meglio aspettare l’assemblea di fine gennaio. Tutto a posto, va tutto bene. L’Unione dei Comuni non solo non è agonizzante, ma gode di ottima salute.
Ma come? Rignano sull’Arno e Pontassieve si sono rimangiate lo sfogo?
Sotto la paglia però il fuoco cova.
Leggendo bene, e neanche troppo, fra le righe, si scopre che l’idea di abbandonare l’Unione a favore di fusioni di convenienza alletta molti!
L’esperienza di Figline-Incisa del resto è lì a far bella mostra di sé. Ed ha ben donde di esserne orgogliosa la sindaca Mugnai che infatti dichiara di non aver mai pensato di entrare nell’Unione dei Comuni – anche perché la decisione della fusione era già presa per altro dalla precedente amministrazione – ma le cose, pur nelle difficoltà oggettive dei cambiamenti, non stanno andando poi così male e i cittadini sono complessivamente contenti.
Ecco allora che al momento di giocare a carte scoperte viene il mal di testa. Lo sfogo di Rignano e Pontassieve non era poi così fuori e sapete perché?
Rignano vuole stare accodato a Pontassieve che punta dritto alla città metropolitana e a fondersi con Bagno a Ripoli. Se poi anche Reggello, che forte della ricchezza della sua cittadella dello shopping potrebbe anche stare fuori dai giochi, è della partita tanto meglio.
L’altra “comunità” (quella dei conservatori) che nascerebbe dalla dissoluzione dell’Unione dei Comuni è composta da Pelago, Londa e San Godenzo, con Rufina che sta a guardare insieme a Dicomano.
Ma questo risiko contrasta, e di parecchio, con la seconda via, quella che vorrebbe sotto un’unica bandiera Pelago, Pontassieve e Rufina. Del resto, ecco la giustificazione sentimentale che regge, questi tre comuni storicamente erano uno solo fino alla discesa in Italia di Napoleone che divise riva destra e sinistra della Sieve e la successiva scissione cento anni fa di Rufina. Un futuro che guarda al passato e che sembra fatto apposta per ancorare saldamente Pontassieve al centro della Valdisieve.
Districandosi in questo labirinto dove pare che tutti sappiano tutto e che nessuno sappia niente, l’unica certezza è che tutti pare vogliano andare avanti con l’esperienza dell’Unione dei Comuni anche se in molti ne hanno già data per scontata la conclusione in tempi brevi. Contemporaneamente però lavorano alla fusione, di fatto accontentando alcuni e scontentando altri.
I sindaci interpellati o tacciono nonostante più volte sollecitati (Marini di Pontassieve la quale ha però indetto una assemblea pubblica per l’11 marzo prossimo) o ribadiscono posizioni già emerse ( Zucchini di Pelago e Lorenzini di Rignano) o sono felici del loro essere fuori dai giochi (Casini di Bagno a Ripoli e Mugnai di Incisa-Figline).
Nonostante il mal di testa qualche idea ce la siamo fatta e cristallizzando la situazione, costantemente “work in progress”, ad oggi avvertiamo odore di smog e sappiamo di certo che dire che l’Unione dei Comuni sia un’esperienza positiva è quanto meno azzardato.
Non vorremmo mai rivivere la replica della storia del consorzio di valorizzazione delle terre del levante fiorentino di fresca memoria!
Siamo sempre stati perplessi sull’idea che una unione di servizi di un territorio così vasto, diverso e difficilmente collegato potesse portate benefici e che, se unione doveva essere, avrebbe dovuto partire dalla condivisione di obiettivi fondanti, quali la tutela dell’ambiente, la promozione del turismo, o anche solo la cura della sicurezza urbana attraverso l’organizzazione di una polizia municipale unica.