di Jacopo Zucchini- L’esempio di Pelago
Appena giunto in paese i primi dello scorso giugno un gruppo di dieci rifugiati composto da cinque nigeriani e cinque gambiani, ha inizio il complesso percorso di inserimento nella comunità di Pelago.
Accolti presso l’agriturismo “Il Peraccio” nella frazione di Paterno, il loro soggiorno è gestito dalla cooperativa Cristoforo che lavora su mandato della Prefettura di Firenze.
Il Comune di Pelago non ha costi di gestione ma è fortemente impegnato sul fronte dell’inserimento nella vita cittadina di questi nuovi ospiti, anche in collaborazione con l’Anteas, Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà.
Fra le attività svolte dai migranti spiccano la manutenzione del verde e la risistemazione di recinzioni e staccionate, si occupano, insomma, del decoro urbano, troppo spesso trascurato!
Già nei primissimi giorni i “nostri”rifugiati hanno risistemato e riqualificato alcuni guard rail nella frazione di Paterno e recentemente hanno aiutato anche gli operai comunali in servizi al territorio.
La cooperativa Cristoforo sarebbe orgogliosa anche di inserire alcuni di questi rifugiati a svolgere mansioni di guardiania e sicurezza all’interno dei musei data la loro ottima conoscenza dell’inglese: a questo scopo stanno seguendo corsi con i volontari dell’Anteas per rafforzare ulteriormente la lingua straniera.
Della loro vita non conosciamo molti particolari considerato lo stato di “ rifugiato politico”, ma sappiamo di sicuro che il loro viaggio per giungere a noi è stato tremendo e che ci sono stati alcuni tra loro che hanno perso durante il tragitto familiari e amici.
Ora sembrano molto contenti di vivere in Italia e guardano fiduciosi verso il loro futuro, consapevoli del fatto che difficilmente torneranno nei loro Paesi di origine dove tuttora ci sono guerre che mietono troppe vittime e delle quali, purtroppo sappiamo molto poco: l’informazione sull’argomento è scarna e sporadica!
L‘integrazione è un obiettivo da raggiungere, però i primi segnali sono soddisfacenti.
Da apprezzare a questo scopo l‘iniziativa di Pelago: i dieci rifugiati hanno giocato nel torneo della Festa de l‘Unità mostrando di avere un talento fisico pazzesco e di onorare lo sport come linguaggio pacifico universale!
“Stiamo facendo di tutto per inserire questi giovani nella comunità – aggiunge Giulia Rimini Assessore alla Cooperazione e Solidarietà internazionale – per farli conoscere, per sfatare certi stereotipi diffusi dalla mala-informazione. Nell’ambito dello stesso progetto sono in arrivo tra breve altri quattro rifugiati , siamo pronti ad ospitare anche loro”.