Servizio di Giuseppe Ponterio – foto di Edoardo Abruzzese
Siamo tornati a scuola con la consapevolezza che l’educazione sia uno tra i fattori più rilevanti per il miglioramento della qualità di vita nella società contemporanea. Il ruolo della conoscenza è fondamentale per fare scelte, vivere una vita che abbia significato.
Afferma a questo proposito, Massimiliano Tarantino, Direttore della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
«In risposta all’isolamento dei giovani, alla polarizzazione dei percorsi di vita, agli squilibri territoriali, crediamo che sia da riconoscere e rilanciare per l’istruzione il ruolo di spinta verso l’uguaglianza democratica delle opportunità, di sviluppo dell’autonomia e della soggettività.
In questo scenario, occorre sperimentare nuove forme di trasmissione del sapere e del saper fare che superino la ripetizione passiva – spesso acritica – dei contenuti, per guidare gli studenti lungo percorsi di curiosità e scoperta, in grado di accendere una scintilla e di innescare il fuoco della conoscenza non solo durante quella che consideriamo l’età dell’apprendimento ma per tutta la vita.
Agire in questa direzione significa mettere al centro lo studente. L’educazione può infatti rappresentare la principale alternativa da cui ripartire per un riscatto sociale contro forme di povertà culturale, relazionale e ambientale che ancora permangono, nel tracciare i percorsi di vita degli individui, in molte realtà territoriali del nostro paese.
Per farlo dobbiamo azionare la leva del noi, operando una ricostruzione di senso e di fiducia con i giovani, con le famiglie e con il territorio per co-progettare ambienti educativi ad alta motivazione, al riparo da isolamenti e abbandoni, a livello di rinuncia personale prima ancora che scolastica”.
Ecco! Sicuramente un esempio da declinare quello dei ragazzi di Genova, un esempio che “fa scuola”.
Immaginare Genova: questo il nome del progetto curato da BASE Milano, Arci Genova, Bepart, e Associazione La Stanza.
Si tratta di un museo diffuso a cielo aperto, inaugurato lo scorso 3 ottobre nel capoluogo ligure. Uno spazio, nato anche e soprattutto dalla collaborazione con un gruppo di ragazzi e di ragazze delle scuole secondarie di I e II grado dei quartieri di Certosa e di Cornigliano.
Con questo progetto, i giovani hanno dato forma alle proprie riflessioni sul tema della città del futuro, costruendo, virtualmente, la Genova che vorrebbero.
E’ incredibile, a mio avviso, come una città, che ancora piange le sue vittime dopo il crollo del ponte Morandi, si proietti con tale forza verso l’avvenire.
Il futuro delle nostre città, su come intendiamo rimodulare spazi comuni da abitare insieme, sta nelle nostre mani e prima ancora nel nostro pensiero critico.
Il museo è ancora una volta, il luogo privilegiato dell’incontro di idee, il museo educa perchè “L’educazione non serve solo a preparare alla vita, ma è vita stessa”.(John Dewey )
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