di Sergio Bedessi –
Si avvicina la Pasqua e, come ogni anno, vengono uccisi milioni di agnelli, che per i cristiani rappresentano il simbolo di Cristo risorto, per finire sulla tavola della festa, la festa della “Resurrezione”.
Perché una contraddizione così forte?
Non uccidere: quinto comandamento delle tavole della legge che la tradizione attribuisce date da “Dio” a Mosè .
Ed allora non uccidere, non fare uccidere, non far soffrire altri esseri senzienti: questo dovrebbe essere l’insegnamento di ogni religione che abbia veramente rispetto per quel Dio, qualunque Dio, che ha creato il mondo.
Il rispetto per ogni essere vivente, un concetto che dovrebbe essere trasversale a tutte le religioni che vogliano puntare al progresso morale dell’umanità.
Gli animali sono creature come noi, provano emozioni, dolore, amore, così come noi .
Chi vorrebbe annoverare fra i propri amici una persona che, per lavoro, quotidianamente uccide e tortura animali?
Morti tutte inutili, perché non vi è alcun principio veramente scientifico che dimostri che per la nostra alimentazione sia necessario tutto questo; illustri scienziati, anche italiani, sono vegani, ed hanno fatto questa scelta prima di noi, e se l’hanno fatta significa che non vi è alcuna ragione scientifica per non farla: i prodotti vegetali contengono vitamine, proteine, sali minerali, tutte le sostanze necessarie ad una alimentazione sana ed equilibrata.
Perché allora non scegliere questa strada ed evitare di essere la causa di morti e sofferenze? Non costa niente.
Si dirà che può bastare essere vegetariano (i vegani non mangiano neanche uova, latte e derivati); ma ci si scorderebbe che gli allevamenti spesso sono simili a lager, e che la mucca ci fornisce il latte solo perché le abbiamo ucciso il vitello, altrimenti lo darebbe alla propria prole, e che le galline vengono chiuse in gabbie strettissime dove passano l’intera vita prima di morire.
In realtà tutto questo accade perché siamo mentalmente prigionieri di una cultura pilotata dall’industria alimentare che, a fini di guadagno, ci condiziona e ci induce a non pensare.
Quando andiamo al supermercato vediamo un pezzo di carne, che non rappresenta più l’essere dal quale è stato tagliato, non ha più alcuna relazione con esso, spesso è così pulito e privo di sangue (che pure in natura avrebbe) proprio per non fornirci alcuna impressione negativa e non farci pensare.
L’industria alimentare ci fornisce la carne in modo tale da evitare che possiamo pensare al dolore ed alla morte che c’è dietro questa produzione: semplicemente li nega.
La Storia, anche quella molto recente, ci documenta eccidi di massa, torture, esperimenti , accaduti nell’indifferenza di altri esseri umani, tutto questo possibile grazie ad un operazione molto semplice da parte dei responsabili: la negazione della individualità delle vittime, delle loro emozioni.
Allo stesso modo facciamo noi con gli animali; negando la loro individualità e le loro emozioni, così riusciamo a sacrificarli, ucciderli, a torturarli, a sottoporli ad esperimenti terribili.
Su “Scientific American” (gennaio 2015), in un articolo “Altre nove grandi idee”, si può leggere di una tale “scienziata” Viviana Gradinaru che dopo essersi divertita a sezionare il cervello di un topo, ed essere andata, nel tempo libero, a vedere la mostra “Body Worlds” (una mostra di resti umani plastificati!), provvede alla “eutanasia” (un eufemismo per non dire uccisione!) di un topolino, per poi pompare della formaldeide nel corpo del povero animale, e tutto questo per studiare la possibilità di “creare” un topo trasparente!
Ricerca o puro sadismo? Il lettore può rispondersi da solo e chiedersi se questa donna, questa “scienziata” porti veramente un contributo al progresso dell’umanità.
In un altro articolo della stessa rivista un’altra “scienziata”, tale Margaret Knox (un nome tristemente famoso), parla degli animali da esperimento come se fossero oggetti: “Se però un cliente ha bisogno di un ratto o di un topo che non è disponibile in magazzino (!!!), il procedimento cambia, e gli scienziati usano CRISPR per creare (!!!) i roditori mutanti”; e tutto questo, a detta della scienziata, per “progettare bambini migliori”.
Si parla di “magazzino” per degli esseri viventi, si parla di “progettare bambini migliori”; come non ricordare chi usava correntemente concetti simili?
E’ chiaro come questi non siano scienziati, perché non può esistere vera scienza dove non c’è etica e non può essere certo un’etica quella che pensa di “progettare bambini migliori” e che tortura poveri animali solamente per vedere se vi è la possibilità di farli diventare trasparenti.
Abbiamo trattato per millenni gli animali come oggetti, pensando che siano stati creati esclusivamente a nostro uso e consumo (e già Spinoza nell’Etica puntò il dito contro questa che considerava una follia, di credere che il mondo sia stato creato da Dio esclusivamente a suo uso e consumo).
La prossima Pasqua, tanto più se siete cristiani, pensate che gli animali sono esseri viventi e senzienti, e come noi provano paura, emozione, amore, e come Cristo volle salvarci, salvateli; salviamo gli animali, e salveremo noi stessi.