di Elena Scarici –
Quattro giorni di relazioni e dibattiti incentrati sul rapporto tra malnutrizione, crisi ambientale e disuguaglianza economica. Dall’8 all’11 ottobre al Suor Orsola Benincasa, all’XI Forum internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura, si sono confrontati relatori di livello e giornalisti da diverse parti del mondo sui temi legati all’alimentazione. Quattro giorni di relazioni e approfonditi dibattiti ai quali hanno preso parte, oltre agli analisti provenienti da prestigiose organizzazioni (FAO, Caritas Internationalis, Worldwatch Institute, UNDP, Slow Food), anche un centinaio di giornalisti provenienti da tutti i continenti. E tra loro venti giornalisti dell’ENAJ, il network europeo che riunisce i giornalisti specializzati in agricoltura. ´Da ormai dodici anni – ha spiegato il presidente di Greenaccord Onlus, Alfonso Cauteruccio – gli appuntamenti dell’associazione si ripetono fedelmente permettendo di riunire in una rete consolidata i giornalisti esperti di tematiche ambientali che, grazie ai Forum, possono da un lato tenersi aggiornati su temi di scottante attualità, dall’altro possono veicolare in modo corretto e non superficiale alle rispettive opinioni pubbliche le informazioni apprese. Le conclusioni sono state tracciate da Andrea Masullo, presidente del Comitato scientifico di Greenaccord che sottolinea il legame perverso che riunisce i principali problemi dell’attuale modello agricolo con i principi che fondano il sistema economico mondiale. Un sistema ingiusto, che si nutre di disuguaglianza e mette a repentaglio la vita di miliardi di persone per garantire l’opulenza delle popolazioni più ricche. ´L’attuale modello economico fondato su una ossessiva ricerca di una crescita continua dei consumi di risorse e sull’accumulo dei capitali prodotti, non può risolvere il problema di nutrire l’umanità di oggi nè tantomeno quella di domani – spiega Masullo – noi con le tecnologie siamo diventati i produttori del nostro mondo, ne abbiamo inventato le regole ed i meccanismi di funzionamento; ne abbiamo generato i problemi e proposto le soluzioni, lo abbiamo sostenuto con ideologie così potenti e pervasive da alterare le menti di tutta la popolazione fino a convincere chi soffre che la soluzione sia imitare chi applica quel modello consumista che è causa delle sue sofferenze. Il sistema, è stato detto in questi giorni, si nutre di differenze, i ricchi, per essere ricchi, hanno bisogno di poveri da sfruttare.
Il cambio di rotta è quindi tanto urgente quanto inevitabile. ´Lasciare alle generazioni future la soluzione di questo drammatico problema significa affidarsi all’esito naturale di ciò che avviene per tutte le altre specie: aumento progressivo della mortalità infantile e riduzione della durata della vita, cioè dissipare quelle che sono state le grandi conquiste del ‘900. Ma il nuovo paradigma non potrà contare su soluzioni pratiche se prima di tutto non avverrà un cambio interiore nella coscienza di ciascuno di noi. ´La tecnica, la scienza sono strumenti anche potenti che noi abbiamo, ma senza una coscienza umana che le guidi servono a poco e spesso vengono usati per allontanarci dalle soluzioni.
Il tempo per evitare guasti peggiori alle generazioni future non è ancora scaduto ma certamente si riduce ogni giorno di più. “Dobbiamo iniziare subito con il liberarci dall’irragionevole convinzione che il mondo artificiale che abbiamo creato possa essere autosufficiente e riconoscere la realtà che il sistema economico è solo un sotto insieme di quella biosfera da cui trae nutrimento e risorse – conclude Masullo – se impoveriremo la biosfera anche noi saremo più poveri. Se la distruggeremo, anche noi saremo distrutti”.
Dida foto: Alfonso Cauteruccio consegna una targa ricordo dell’XI forum al Cardinale Crescenzio Sepe – foto Edoardo Abruzzese