di Claudio Molinelli – Per i pendolari della Valdisieve anche il nuovo anno si apre all’insegna dei disagi. Infatti nonostante la buona notizia della modifica dell’orario ferroviario invernale, in cui è stata posticipata di qualche minuto la partenza del treno 23597 Pontassieve-Borgo San Lorenzo per garantire l’interscambio con il 23523 Firenze Rifredi – Arezzo, un episodio accaduto il 2 gennaio ha recato ancora problemi a questi utenti e ha costretto Aleandro Murras e Mauro Pinzani, assessori dell’Unione dei Comuni e sindaci di Londa e Rufina, a scrivere una lettera a Enrico Rossi, Presidente della Giunta Regionale Toscana.
Lo scorso 2 gennaio dunque, circa 300 pendolari hanno perso il treno delle 16,55, annunciato in ritardo in partenza al lontano binario 18, e che partiva senza dare il tempo a tutti quelli in attesa alla stazione di Santa Maria Novella di poterlo raggiungere. I pendolari hanno dovuto attendere un’ora e salire sul treno successivo.
“Non vogliamo affliggerti – scrivono Murras e Pinzani a Rossi -con le solite lamentele sui disservizi e ritardi che puntualmente si verificano sulle tratte e sui treni dei pendolari. Nei treni da e per la Valdisieve vi è infatti un problema ulteriore, quello che i convogli spesso partono dai binari 17 e 18 che vengono considerati “all’interno” della stazione di Santa Maria Novella, ma in realtà da quest’ultima per raggiungerli ci vogliono circa 10 minuti, essendo situati all’altezza della Fortezza da Basso.
Questa lontananza è, naturalmente portatrice di disagi e difficoltà che il 2 gennaio si sono riproposti. Il treno delle 16,55 da Firenze per Borgo San Lorenzo – spiegano i due sindaci al presidente della Regione – è scomparso misteriosamente dai tabelloni per poi apparire con annuncio in partenza con cinque minuti di ritardo alle 16,58 circa, sul binario 18. Ora passi pure la sconcertante dimenticanza della stanza dei bottoni nel segnalare il treno, ma segnalarlo alle 16,58 in partenza dopo due minuti al binario 18, è qualcosa di diabolico, al quale neanche il più allenato dei nostri pendolari è riuscito a porre rimedio, e così il nostro treno regionale se ne è partito vuoto lasciando circa trecento persone rabbiose e sconcertate in testa al binario”.
Nella lettera si spiega che al disagio spesso si assomma anche lo “scoramento” dei cittadini utenti che hanno avuto anche la voglia, bloccata dal buon senso, di occupare i binari, ritardare i treni dell’alta velocità con la Polfer che si rifiutava di prendere la denuncia “perché nessun reato si era consumato”.
Secondo Murras e Pinzani “troppo spesso un gestore disattento e ignorante, non usa buon senso per compiti specifici che gli dovrebbero essere propri, la mancanza di persone e spazi adeguati dove reclamare e chiedere spiegazioni disarma e pare essere creata ad arte per disorientare e non creare condizioni di rispetto per gli utenti più deboli. Troppo spesso gli ultimi dei responsabili si appellano a ordini di servizio e procedure per far partire treni vuoti pianificati con fatica e mediazione per creare coincidenze per agevolare la vita dei pendolari…vorremmo proprio sapere come è possibile che queste cose si ripetono con continuità disarmante, chi decide che il treno si posiziona al binario 18, che non lo mette sul tabellone, che non lo fa aspettare i pendolari che sono il motivo per cui il treno esiste a quell’ora in quella direzione”.
L’effetto del ripetersi di questi episodi è quello di creare una sorta di abitudine nei cittadini utenti che paiono rassegnati a subire disservizi talvolta grotteschi e a non veder riconosciuti i propri più elementari diritti. Questa sensazione è accentuata dalla considerazione che questi disservizi si verificano maggiormente sulle linee destinate al trasporto locale che spesso costituiscono un imbarazzante rovescio della medaglia rispetto alla maggiore efficienza palesata dal servizio dell’alta velocità, finendo col penalizzare proprio gli utenti abituali del trasporto ferroviario.