– a cura della redazione di OrientePress – foto di Edoardo Abruzzese –
In una delle Dissertazioni del Maestro Cinese noto in Europa nel Rinascimento come Confucio, così si legge “Io vorrei non parlare (…). Il cielo quando mai parla? Le quattro stagioni seguono il loro corso e tutti gli esseri nascono. Il cielo quando mai parla”?
Possiamo restare ammirati dalla profondità di questo pensiero, ma lo conosciamo solo perchè qualcuno lo ha scritto e tutti noi lo possiamo leggere!
Si è aperto a Torino con mille polemiche, di cui preferivamo tutti fare a meno, il Salone del Libro e la Regione Toscana è presente!
Un doppio fil rouge contraddistingue la presenza toscana e gli incontri in programma presso lo stand della Regione fino a domenica: la lettura da una parte – quel leggere che colora la vita e può in modo imprevedibile dischiudere la vita di nuovi orizzonti, come diceva anche il linguista Tullio de Mauro, con il quale abbiamo aperto – e Leonardo da Vinci dall’altra, nell’anno che ne ricorda i cinquecento anni dalla morte.
Come ogni anno lo stand toscano, curato da Toscanalibri.it, è la casa di tanti piccoli editori: trentanove in tutto da nove diverse province. La pattuglia più numerose è quella di Firenze (17), quindi Siena (5) Livorno e Pisa (4 per ciascuna), poi Lucca (3), Grosseto (2), Arezzo (1) e Pistoia (1).
Al Salone del Libro di Torino – lo spazio della Regione Toscana si trova nel padiglione 2, stand G144 H145 – il genio di Vinci è raccontato attraverso incursioni teatrali e la presentazione dei libri pubblicati da editori toscani.
Al Salone sarà inoltre illustrato il patto per la lettura promosso e lanciato lo scorso novembre dalla Regione Toscana: un’alleanza tra tutti i vari soggetti del mondo del libro, affinché la lettura possa diventare un’abitudine sociale quotidiana, perché sulle buone letture si costruiscono le fondamenta dell’essere cittadini. E fondare biblioteche, scriveva la Yourcenar, è come costruire ancora granai pubblici ed ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado vedo venire.
Purtroppo in Italia si legge poco e soprattutto si legge sempre meno dopo aver concluso il percorso scolastico, quando cioè leggere diventa una scelta e non più un obbligo. Invece leggere libri e conoscere, costituiscono le chiavi per comprendere i propri diritti e doveri. E per questo leggere, sfogliando un volume di carta o uno schermo digitale, è importante: leggere è anzitutto un diritto, la lettura rende liberi e fa crescere le singole persone ma anche le nazioni, culturalmente, socialmente ed economicamente. Un libro si può acquistare. Ma lo si trova anche in biblioteca, a volte nei centri commerciali, al bar o in qualche parco pubblico.
Non leggere invece è un problema: anzitutto di cultura civile. Se non si legge non si hanno gli strumenti per capire il mondo attorno.
E non leggere può poi diventare poi anche un problema economico e produttivo.