a cura della redazione di OrientePress –
Oggi a Roma, davanti alla Corte di Cassazione, i familiari dei quattro ragazzi di Sanary sur Mer e Bandol, Elsa Deslien, Vincent Lorin, Julien Raymond e Audrey Reynard che persero la vita a Rocca Grimaldain, in provincia di Alessandria, nell’agosto 2011, investiti dall’auto di Ilir Beti, a folle velocità e contromano.
Il colpevole viene prima processato ad Alessandria e successivamente in appello a Torino, ricevendo conferma in una sentenza che si potrebbe definire storica per il nostro Paese: 21 anni e mezzo di carcere, in quanto il giudice riconobbe l’omicidio volontario e non colposo.
L’imprenditore albanese è ora approdato alla Corte di Cassazione, che sta dibattendo il caso, nella speranza di poter derubricare il reato in “omicidio colposo” e ricominciare tutto daccapo con pene ben più modeste.
I genitori delle giovani vittime, con la signora Marie Maggio combattiva madre di una delle vittime in testa, tuttavia, non si sono detti rassegnati ed hanno organizzato una serie di manifestazioni, pacifiche e rispettose della legge, a Roma
Da parte dei genitori coinvolti, dei quali è da ammirare lo spirito di sacrificio e la compostezza sempre mantenuta nei confronti delle istituzioni italiane, è stata ribadita l’assurdità del conducente a voler giungere fino alla Cassazione, quando lo stesso non ha mai mostrato alcuna volontà di chiedere perdono alle tante “vittime” ancora in vita di questa enorme tragedia.
Ad accompagnare le famiglie francesi diverse associazioni di genitori e vittime della strada sia d’oltralpe che italiane, molte delle quali provenienti proprio dal Piemonte, la regione toccata da questo tragico evento.
Presente anche una delegazione di Asaps, con il consigliere nazionale Roberto Rocchi che già segue anche altre famiglie che hanno perso i figli sulla strada, per esprimere tutta la solidarietà, la vicinanza e l’affetto della presidenza e di tutti gli iscritti all’Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale.