di Claudio Molinelli – Non sarà realizzato l’impianto di termovalorizzazione progettato dieci anni fa a Selvapiana, nel Comune di Rufina, ma verrà studiato un progetto di riconversione. Lo stabilisce il protocollo d’intesa firmato alcuni giorni fa dalla Regione Toscana, i Comuni di Dicomano, Figline e Incisa, Londa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano, Rufina e San Godenzo, l’Ato Toscana Centro, Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, e le due società Aer Spa e Aer Impianti.

 

La decisione è stata presa sulla base dell’andamento della produzione di rifiuti urbani e dello sviluppo e del raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata che al momento è a quota 59% (il dato regionale si riferisce alla raccolta del 2013), con Comuni come Rufina dove il valore è vicino al 70% e Pontassieve che si attesta al 65%. A ciò si aggiungono le valutazioni riguardo la sostenibilità dei costi di smaltimento, valutazioni che tengono conto dei risparmi tariffari connessi alla mancata realizzazione dell’impianto.

L’impianto di Selvapiana, una volta riconvertito grazie a investimenti di valorizzazione coerenti con la strategia europea in materia di rifiuti e green economy, dovrà restare al servizio della gestione dei rifiuti.

Entro il 31 dicembre 2015, la Regione Toscana dovrà realizzare le sue valutazioni in accordo con Ato Toscana Centro. I Comuni e le aziende firmatarie si impegnano a risolvere consensualmente la concessione Selvapiana e ad assumere gli atti necessari a formalizzare l’estinzione anticipata del rapporto di concessione a suo tempo siglato, così come sarà anticipatamente risolta la convenzione siglata tra Aer Impianti e Ato Centro.

Per quanto riguarda i costi di progettazione e realizzazione dell’impianto quantificabili complessivamente in una somma non superiore a 3 milioni di euro, i Comuni si impegnano a richiedere ad Ato di provvedere, attraverso la tariffa per la gestione dei rifiuti urbani, alla copertura dei costi sostenuti, che saranno comunque ripartiti tra i 68 Comuni dell’Ato entro il 30 giugno 2017. Rimodulando i costi l’aumento in bolletta, che comunque ci sarà, dovrebbe essere di lieve entità a fronte dei vantaggi in termini di sostenibilità ambientale e razionalizzazione del servizio.

 

Questa decisione, che segue al virtuale abbandono dell’inceneritore di Greve in Chianti, costituisce una grande vittoria dei comitati e delle associazioni che da oltre quindici anni si battono contro discusse scelte impiantistiche e a sostegno della validità di politiche virtuose nella gestione dei rifiuti.