di Claudio Molinelli – Il 20 giugno 1944 in località Pian d’Albero, vicino a Figline Valdarno, si consuma uno degli episodi più drammatici della resistenza nel territorio provinciale fiorentino.
La “22bisBrigata d’Assalto Garibaldi Sinigaglia” (da Alessandro Sinigaglia, il “Vittorio” comandante dei GAP fiorentini, ucciso il 13/2/1944) si era costituita i primi di giugno del ’44 e alla metà del mese contava già un effettivo di circa 400 uomini. Quel giorno in seguito ad un rastrellamento, i tedeschi scoprono che in località Pian d’Albero il casolare della famiglia Cavicchi funge da centro di raccolta per i giovani che vogliono entrare nelle fila partigiane. Varie squadre della “Sinigaglia” tentano a più riprese di spezzare l’assedio e delle circa 50 reclute oltre metà riescono a fuggire. I partigiani contarono 20 caduti e i soldati tedeschi fecero 21 prigionieri al casolare, fra i quali anche Aronne Cavicchi di 12 anni ed il nonno Giuseppe, mentre Norberto Cavicchi faceva parte dei partigiani caduti. Vennero portati più a valle, in località Sant’Andrea, e impiccati. Due di essi, in due diverse occasioni, riuscirono a fuggire.
Dopo questi fatti la “Sinigaglia” subì grosse defezioni e buona parte delle reclute accorse negli ultimi giorni riprese la via di casa, e rimasero in meno di 150.
Dalla testimonianza di Vincenzo Tani, testimone dei fatti, tratta dal sito della Regione Toscana-Speciali- Storie e memorie del ‘900”:
“Appena finito quello che apparentemente poteva sembrare un processo, ci fecero incamminare nella strada che porta a S. Andrea (una chiesa parrocchiale lì vicino) e lungo quello stradone incominciarono le esecuzioni per impiccagione che mi sembra di rivedere ancora davanti a me. Ricordo quando fu impiccato Aronne Cavicchi, il ragazzo di 14 anni che nonostante la sua giovanissima età, sembrava un uomo fatto. Fu, mi sembra, il quarto ad essere impiccato. Si guardarono sia lui che suo padre, perché anche lui si trovava fra coloro che dovevano essere impiccati e non ci fu né un grido né un lamento. Questo ragazzo morì come un eroe.
Dopo di lui toccò ad un altro giovane con la tuta blu e mentre i tedeschi lo sollevavano da terra… ad un strattone del corpo, la corda si sciolse ed egli cadde a terra. I tedeschi senza scomporsi lo presero, lo risollevarono, gli misero nuovamente il cappio al collo e dettero uno strattone più potente ed il ragazzo questa volta rimase con la carotide stroncata.
Quando circa la metà dei giovani partigiani furono impiccati, erano 8-9, venne un frate della Poggerina (un convento sulla strada provinciale che porta a Greve) si avvicinò a questi ragazzi, e cercò di confortarli in quel momento in cui ormai la morte si stava avvicinando. Pian piano arrivammo al completamento della carneficina che i tedeschi si erano preposti di fare. Dopo avere compiuto questa strage i tedeschi ci radunarono e ci riaccompagnarono alla fattoria lasciando per tutta la notte ed il giorno dopo questi corpi pendenti dalle piante a testimonianza della loro ferocia, quale monito alla popolazione.”
Domenica 23 giugno 2013 il Comune di Figline Valdarno e l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) celebrano la battaglia di Pian d’Albero e le 39 vittime.
La commemorazione inizia alle 8,30 con il ritrovo di tutte le autorità e della cittadinanza in piazza IV Novembre (davanti al municipio), mentre alle 9,30 a Pian d’Albero si svolge una cerimonia civile con la deposizione di una corona e l’intervento del sindaco Riccardo Nocentini. Alle 10,45 di fronte al monumento di Sant’Andrea in Campiglia c’è invece una breve cerimonia religiosa con gli interventi istituzionali.
“Pian d’Albero è la celebrazione che più parla di noi – hanno detto il sindaco Nocentini e il presidente Morandini – racconta del sacrificio che il Valdarno ha dato in termini di vite umane alla liberazione di Firenze e dell’Italia intera. Dalle colline e dalle montagne toscane è rinato quello spirito di libertà che il fascismo aveva cercato di sopprimere e che noi abbiamo il dovere di promuovere nei confronti dei giovani. Così nel 2012 abbiamo aderito al Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema, coinvolgendo i ragazzi delle scuole e scoprendo insieme a loro quanto sia importante non dimenticare la nostra storia”.