di Laura Gineprini – È sufficiente un breve corso di formazione per imparare ad utilizzare un defibrillatore, strumento indispensabile per salvare la vita in caso di arresto cardiocircolatorio: un dispositivo necessario al trattamento della fibrillazione ventricolare che deve essere utilizzato con estrema tempestività, ogni minuto di ritardo diminuisce le probabilità di un intervento con successo di circa il 10%!
Il defibrillatore semiautomatico esterno è un apparecchio che guida il soccorritore nelle operazioni, passo dopo passo, e rilascia una scarica elettrica solo quando indicato. Usarlo è molto semplice, tuttavia serve una formazione adeguata che in genere non supera le cinque ore: si tratta di poche, semplici manovre che chiunque può imparare, attraverso una formazione che segue linee guida internazionali.
La Giunta della Regione Toscana con la delibera n. 1030 del 26 novembre 2012 “Deliberazione G.R. n. 1002/2011 – Indicazioni alle Aziende Usl per favorire la diffusione e l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici esterni” ha destinato circa 170 mila euro per facilitare la diffusione nonché l’uso dei defibrillatori automatici esterni.
Il provvedimento nasce da una legge nazionale che introduce il fatto che anche il personale sanitario non medico, e il personale non sanitario possa utilizzare i defibrillatori in sede extraospedaliera, e ne demanda le modalità attuative alle Regioni, nell’ambito del sistema di emergenza 118.
La delibera stabilisce che l’utilizzo dei defibrillatori in sede extraospedaliera possa essere consentito al personale non medico e non sanitario, solo a condizione che sia ben formato.
Così, entro il prossimo mese di marzo l’Assessorato al Diritto alla Salute della Regione Toscana insieme ai rappresentanti delle associazioni regionali di volontariato metteranno a punto le basi della formazione gratuita per i volontari toscani che prestano servizio sulle ambulanze del 118.
In tempi di campagna elettorale in cui si afferma tutto e il contrario di tutto qualche segnale di buone pratiche di utilizzo del denaro pubblico da parte delle nostre Istituzioni… non guasta!
Ma non solo!
Nell’affrontare il tema della formazione alla tempestività di intervento di fronte ad arresti cardiocircolatori, in molti casi al salvataggio di una vita, non possiamo dimenticare il progetto “Mini Anne” realizzato nel 2007 dall’Associazione Comocuore onlus con lo scopo di aumentare il pubblico accesso alla defibrillazione, delegandone la procedura precoce ai cosiddetti “first responders”, personale non medico presente sul territorio e nelle comunità, e che ha scelto come principale referente il pubblico delle scuole superiori.
Il progetto, che ha coinvolto anche la Asl di Arezzo, il Comune di Montevarchi e la Conferenza zonale dell’Istruzione, si basa si un’idea di formazione a cascata; ogni allievo, guidato da un formatore, si impegna ad insegnare le pratiche dell’uso del defibrillatore a due adulti, uno dei quali sostiene in seguito un esame con i medici del 118, il voto da lui conseguito, contribuisce alla media nella votazione finale dello studente in educazione fisica.
Se si pensa che a livello globale l’epidemiologia dell’arresto cardiaco è di circa 1 arresto cardiaco ogni circa 1.000 abitanti l’anno, il poter, e sapere, utilizzare il defibrillatore semiautomatico in sede extra-ospedaliera diventa fondamentale nel ridurre le morti improvvise rendere ancora più efficiente la catena della sopravvivenza!