Egregio Presidente,
abbiamo riflettuto molto prima di decidere se scriverLe o meno una lettera aperta, perché la Fondazione Caponnetto da anni propone alle istituzioni di far assumere alla lotta alle mafie un grado elevato di priorità, senza che mai questo sia stato fatto in modo sistematico e progettuale.
Adesso è il momento di rompere gli indugi e abbiamo pensato di sollecitarLa conoscendo il Suo impegno in proposito.
La lotta alle mafie non è un problema, semmai è una risorsa positiva e qualificante, per dare un contributo alla maturazione democratica del nostro Paese e riavviare un legame di fiducia tra molti operatori economici, cittadini e soprattutto giovani nel rapporto con le istituzioni.
Di recente, abbiamo stimato in 3.000 miliardi di euro il tesoro globale delle mafie italiane. Solo questo dato fa comprendere anche la valenza economica di un impegno che può dare al nostro Paese quelle risorse necessarie per abbattere le tante ingiustizie sociali e i tanti limiti strutturali su cui anche le mafie affondano spesso il loro perverso radicamento.
La priorità attuale della lotta alle mafie ha inoltre una connessione con due questioni su cui il Suo Governo e il Parlamento dovranno necessariamente misurarsi: l’emergenza Covid e la gestione del Recovery Fund.
Sulla prima, più volte abbiamo sottolineato che bisogna fare di tutto per evitare che le mafie, come in più casi è già avvenuto, possano controllare le risorse che opportunamente sono destinate in questo momento alla cura e alla campagna di vaccinazione. Bisogna inoltre verificare se l’articolata e diffusa attività economica di ristoro sia realmente capace di raggiungere i professionisti e gli operatori economici in difficoltà.
Anche sul Recovery Fund bisogna mettere a punto una strategia operativa che elimini la possibilità delle mafie di intercettare gli investimenti, soprattutto durante le varie fasi della gestione degli interventi e degli appalti.
Ecco perché sono necessarie un’attenzione inedita e una strategia efficace attraverso un piano operativo di cui Lei stesso deve farsi garante, su cui impegnare il Governo e il Parlamento, responsabilizzando tutti i Gruppi parlamentari.
Le proponiamo in particolare di coinvolgere e potenziare la DIA, perché voluta da
Giovanni Falcone proprio per far compiere un salto di qualità alle fasi di prevenzione e investigazione, soprattutto sui flussi della spesa pubblica. Nello stesso tempo, Le chiediamo di organizzare, presso tutte le Prefetture, dei gruppi ispettivi interforze in grado di monitorare sia la spesa sanitaria, sia le politiche di sostegno al reddito, sia gli investimenti previsti dal Recovery Plan.
I gruppi ispettivi devono essere formati dalle diverse Forze di Polizia e devono essere messi in rete con la DIA e la DNA e le varie stazioni appaltanti che sono chiamate ad avviare un’attività senza precedenti per la vita sociale ed economica del nostro Paese.
Le chiediamo inoltre due particolari impegni, uno rivolto a monitorare l’attuazione del codice antimafia che, dopo la riforma del 2017, prevede norme potenzialmente capaci di colpire alla radice il fenomeno mafioso, sia sul versante delle misure di prevenzione, sia su quello della repressione, sia su quello del riutilizzo sociale e produttivo dei beni confiscati. L’altro impegno va indirizzato verso l’Europa perché è maturo il tempo per realizzare un vero spazio antimafia europeo, alla luce della strategia del “doppio binario” tanto caro a Falcone e Caponnetto, di recente ripreso e rilanciato dall’ONU a Vienna, in coerenza con le conclusioni della Conferenza internazionale contro le mafie tenutasi a Palermo, nel dicembre del 2000.
Certi di una Sua attenzione e in attesa di un Suo riscontro, Le auguriamo buon lavoro e Le chiediamo di non deludere l’aspettativa che ancora una volta sentiamo di affidare a quelle istituzioni democratiche in difesa delle quali l’impegno di molti nostri servitori dello Stato è stato generoso e coraggioso, al punto da donare la propria vita.