di Claudio Molinelli – Rappresentata al teatro comunale di Antella la piece “La fine del mondo” del poco conosciuto autore austriaco Jura Soyfer. Questi nato in Ucraina nel 1912, divenne viennese d’adozione dal 1920; fu autore teatrale, romanziere , poeta e giornalista e oggi è considerato uno dei maggiori talenti di quell’epoca. Catturato dai nazisti, fu internato prima a Dachau, poi a Buchenwald, dove morì nel 1939. La coraggiosa e meritoria riproposta si deve al gruppo di teatro Bo/Uthopia guidato dall’attore e regista Ciro Masella, al quale l’opera è stata commissionata dall’Università di Perugia, in collaborazione con l’ambasciata italiana in Austria, in occasione del centenario della nascita di Soyfer.
Lo spettacolo, una sorta di cabaret aggressivo e pieno di energia, è una pungente satira nei confronti del genere umano, qui tratteggiato nell’attesa della fine del mondo. Infatti un’assemblea dei pianeti guidati dal sole, decide di liberare il pianeta terra dalla fastidiosa presenza dei suoi abitanti, gli uomini, nota stonata nell’armonia cosmica, inviandole contro una cometa. La reazione degli umani è un compendio di cinismo, cialtronaggine, menefreghismo, superficialità, sciorinate da una galleria di personaggi che rappresentano il genere umano. C’è un dittatore baffuto e grottesco che rimanda vistosamente alla Germania del Terzo Reich, bersaglio preferito dell’autore; ci sono due donne dal parrucchiere che riducono l’evento al rango di pettegolezzo quotidiano: “Cosa indosseremo per la fine del mondo?” L’unico a prendere sul serio la cosa è uno scienziato che viene beffeggiato da tutti; il suo allarmismo passa in secondo piano di fronte alla crescita dei consumi che si registra nell’attesa dell’evento. Notevole è la scena dell’incubo dello scienziato, turbato da una miriade di annunci pubblicitari, aggiornati rispetto a quelli d’epoca presenti nel testo, a testimonianza di uno stadio già avanzato della società dei consumi. Solo alcuni ricchi americani possono salvarsi imbarcandosi con i loro titoli azionari su un’astronave che sul più bello si rivela però del tutto inefficace. Ma la cometa, innamoratasi della terra, all’ultimo momento manca il bersaglio. L’umanità è salva, ma a giudicare dalle immagini trasmesse da un video, stante le distruzioni e l’inquinamento selvaggio operato dagli uomini, questa salvezza rischia di essere di breve durata.
Il gruppo degli attori, composto da Giulia Aiazzi, Luisa Bosi, Matteo Cecchini, Simone Martini, Alessio Martinoli e Ciro Masella, dipinge bene un’umanità stupida, ignorante, supponente e aggressiva, incapace di qualunque riflessione di fronte alla possibilità della fine della vita sulla terra. Lo spettacolo, divertente e acuto, mostra un’immagine del mondo di sconcertante attualità, e la messa in scena rafforza quegli elementi quasi preveggenti che l’autore aveva saputo lucidamente indicare.
Abbiamo incontrato Ciro Masella : “ Siamo orgogliosi di questo spettacolo che era nato per un’unica rappresentazione e invece gira per l’Italia da più di due anni. Tra l’altro proprio Riccardo Massai, direttore del teatro di Antella, aveva già messo in scena questo testo; il tema del disastro, dell’andare allegramente verso la rovina si presta molto alla riflessione contemporanea. La mia attività teatrale, dopo le esperienze con i teatri stabili, Ronconi, il Metastasio, è volta alla ricerca di cose nuove e alternative; certo, ci sono tante difficoltà, ma credo sia giusto smettere di lamentarsi e cercare un contatto nuovo col pubblico, attraverso una visibilità che va costruita, in un mondo nuovo e in continuo cambiamento”.