– servizio a cura della redazione di OrientePress in collaborazione con l’Ufficio Stampa di Greenaccord onlus –
Ogni tanto una buona notizia!
Il 14 settembre scorso è entrata in vigore la legge Gadda, dal nome della proponente e relatrice Maria Chiara Gadda, contro gli sprechi alimentari , probabilmente la legge rappresenta una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015.
È uno schiaffo bello e buono all’economia, all’etica, alla logica, all’ambiente e alla nostra salute. Eppure lo spreco di cibo, anche in assenza di motivi razionali, è una realtà che fatica a mutare. Ogni anno lungo la filiera mondiale dell’agroindustria si perde 1,6 miliardi di tonnellate di alimenti, dalla materia prima ai prodotti trasformati. Solo in Italia lo spreco pro capite annuo si attesta sui 146 chili. Il 70% dello spreco alimentare – in Italia ogni anno vengono buttate cinque tonnellate di prodotti, 108 chilogrammi pro-capite – avviene tra le mura domestiche o nei luoghi di ristorazione collettiva. Un fenomeno dai molti risvolti negativi: perché crea un danno economico pari a 400 miliardi di dollari, non permette di sfamare 800 milioni di persone ed è un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di taglio dei gas serra perché contribuisce al 7% delle emissioni climalteranti mondiali.
La nuova disposizione, approvata in dieci mesi, punta a ridurre lo spreco alimentare di almeno una tonnellata all’anno.
Chi favorirà il recupero degli alimenti, ristoratori, onlus, soggetti pubblici e privati, potrà usufruire di uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionata alla quantità dei beni e dei prodotti salvaguardati dallo smaltimento o non venduti. Toccherà ai Comuni organizzarsi in questo senso.
Per far luce sul fenomeno e far riflettere sulle strategie utili a ridare il giusto valore all’alimentazione e ai prodotti che la Terra sa fornirci, l’associazione culturale per l’Informazione ambientale Greenaccord Onlus in collaborazione con Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) e la Regione Lazio, organizza a Roma mercoledì 28 settembre dalle 9 alle 18 nell’Aula Magna dell’Augustinianum di Via Paolo VI la giornata di studio “Il cibo prodotto, apprezzato, consumato, condiviso e che si butta via”.
All’evento prendono parte, in qualità di relatori, esperti nazionali e internazionali di alimentazione e filiere agricole. Obiettivo: fotografare il fenomeno e presentare le possibili correzioni anche attraverso l’illustrazione di storie e casi pratici.
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