di Claudio Molinelli – Foto di Edoardo Abruzzese
Il paesaggio delle Terre del Levante Fiorentino è sotto gli occhi di tutti, ma siamo abituati ad attraversarlo in fretta, in automobile, senza spesso saperne cogliere gli aspetti, l’intera bellezza e l’armonia che lo contraddistingue. I vigneti, gli ulivi, le colline e i poggi ci sembrano naturali, scontati e inamovibili.
Ma non è così, il paesaggio come lo vediamo è il risultato finale di un attento lavoro e dell’attenzione riservata all’ambiente dagli uomini che in esso sono intervenuti.
E’ di stretta attualità il dibattito sul piano paesaggistico toscano, dove si cerca di venire incontro alle necessità della produzione senza alterare la salvaguardia del paesaggio. A questo proposito mi sembra stimolante rileggere, come mi è capitato di recente, alcuni passi di un’intervista rilasciata alla rivista Park da Roland Dellagiacoma, già direttore dell’Ufficio Parchi naturali della provincia di Bolzano e considerato il pioniere della tutela della natura e del paesaggio in Alto Adige. Problemi, interventi e soluzioni presentate sono commisurate all’Alto Adige, ma la filosofia di Dellagiacoma è universale e, a grandi linee, applicabile ovunque.
L’esperienza della natura e la percezione del paesaggio sono
soggettivi e dipendono dall’età, dall’ambiente culturale, dall’educazione
ed altro di una persona. Ma di una cosa sono convinto:
tutto cio che ci circonda é paesaggio ed è quindi fondamentale
non solo come fonte di reddito per i contadini e gli
operatori turistici, ma anche per tutti noi, dato che influenza la
nostra qualità di vita. Se vogliamo assicurare questa qualità anche
alle generazioni future dobbiamo rispettare la natura e trattare
il nostro paesaggio con la massima cura.
Dal 1974 in poi, il crescente diffuso benessere ha portato a una perdita di valori paesaggistici importanti .Ora noi siamo chiamati ad assumere chiare decisioni a favore di questo bene pubblico.
La forte e crescente pressione sul paesaggio ha per fortuna anche
portato a meccanismi di freno e indirizzo. Di questi, la pietra
miliare è stata ed è il nostro sistema di parchi naturali, che solo
pochi mesi fa e stato inserito nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Oggi molti rivendicano la paternità di questo successo,
ma quando io sono entrato nell’amministrazione provinciale
non c’era ancora nessun Ufficio parchi naturali e nessuna normativa
sui parchi. Con un pugno di collaboratori motivati e decisi
e stato possibile perseguire con coerenza gli obiettivi dei
parchi naturali, mantenere un elevato standard di protezione e
vincere l’iniziale rifiuto locale. Oggi, fatta eccezione per l’amministrazione
del comune di Sarentino, non vi e alcuna voce contraria
ai nostri parchi naturali.
Quanto ai maggiori rischi che si corrono
a lungo termine vedo il pericolo di
perdita di sostanza delle nostre qualita
paesaggistiche, come conseguenza delle
continue modifiche che avvengono su
piccola scala. E nel paesaggio culturale vi
è il rischio di perdere, sotto la pressione
degli interessi economici – reali o supposti
che siano – la tipicità locale; anche a
causa di un certo protagonismo architettonico
ed un qualunquismo postmoderno
nei paesi si perde sempre più identità.
La somma d’interessi particolari è lontana
dal costituire l’interesse generale.
Le possibili soluzioni sono in linea di principio
note. Una chiara separazione tra zone
edificabili e non edificabili, risparmio di
terreno attraverso la densificazione edilizia
qualitativa, un impegno in termini di
sostenibilità ecologica ed economica negli
interventi edilizi e soprattutto una discussione
continua sul paesaggio, in
modo da convincere quanta più gente
possibile del suo valore. Io sono anche
convinto che una consulenza preventiva
e competente, come quella offerta dal
nostro Comitato provinciale per la cultura
edilizia e il paesaggio, potrebbe contribuire
in modo sostanziale ad accrescere
la qualità degli interventi costruttivi.
Il maggior successo del sistema altoatesino di tutela della natura è che
quasi un quarto dell’intero territorio
provinciale è protetto come parco naturale
o nazionale. Dietro questa cifra c’è
l’impegno politico di conservare sul lungo
periodo la nostra natura rispetto ad
interessi particolari. Un altro successo è
rappresentato da un sistema di pianificazione
paesaggistica esteso a tutto il
territorio provinciale. Anche se finora la
pianificazione e stata soprattutto di tipo
vincolistico, i comuni hanno potuto convincersi
che anche al di fuori delle zone
strettamente protette è importante salvaguardare
i preziosi paesaggi culturali
da ulteriori edificazioni e dispersioni edilizie.
Il consenso e la percezione della popolazione riguardo alla tutela della natura e del paesaggio
è molto cambiata. Mi sembra che quanto più gli uomini si allontanano
dalla natura, tanto più cerchino di vivere esperienze nel
paesaggio per fuggire dalla nevrosi quotidiana. Anche il consenso
riguardo alle zone di tutela è cresciuto. Ora un biotopo
protetto è riconosciuto da ampi strati della popolazione come
un elemento di natura irrinunciabile e per quanto riguarda le
grandi aree protette come i parchi naturali, nessuno vorrebbe
piu eliminarle. Questo non è sempre stato cosi.
Man mano che un bene diminuisce, diventa più prezioso e di
paesaggi non edificati o zone di natura intatta ve ne sono sempre
meno. Nella situazione di diffuso benessere della nostra provincia
sempre piu persone prendono coscienza del fatto che
non si vive di solo pane. Un bel paesaggio e un ambiente abitativo
e lavorativo autentico sono sempre più riconosciuti come
fattori di benessere. In una regione turistica come l’Alto Adige un
marketing turistico che non tenga conto della qualità del paesaggio
è impensabile e di questo sono sempre più consci anche
i responsabili turistici. Infine credo che le numerose iniziative di
tutela della natura, i mezzi d’informazione e – non ultimo – il lavoro
di pubbliche relazioni della nostra ripartizione abbia contribuito
a rafforzare la consapevolezza per il valore del paesaggio.
Voglio concludere segnalando a proposito di quanto evidenziato che l’Associazione Culturale Greenaccord, le cui attività la nostra testata segue puntualmente, ha organizzato la undicesima edizione del Forum Internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura che si terrà a Napoli dall’8 all’11 ottobre 2014, il cui tema è “People Building Future. Sfamare il mondo. Alimentazione, agricoltura e ambiente”.
Greenaccord sempre attiva nel campo della salvaguardia ambientale e paesaggistica,
anticipa in questa edizione del Forum alcune delle tematiche portanti dell’ Expo 2015 di Milano.