di Edoardo Abruzzese – Non posso elaborare un discorso, soprattutto a fini giornalistici, sulla mia concezione della fotografia, perchè io credo che essa appartenga al mondo delle emozioni: ognuno ha le sue e anche condividerle spesso è un problema.
Quando fotografo sento che sono di fronte ogni volta alla perfezione : fotografare un soggetto perfetto può sembrare banale, o anche inutile, perchè difficile è proprio far percepire all’altro che osserva, attraverso uno scatto, la perfezione di quell’attimo.
Scattare una semplice fotografia è come dipingersi dentro un sogno, fra riflessi di sole e ombre chiare: ricercare sempre la giusta prospettiva, per captare meglio ogni aspetto; accade così che una giornata uggiosa, un temporale si trasformi in un incendio di luce.
A volte ci si ritrova senza idee, senza stimoli, senza motivazioni, ecco che la soluzione migliore è andare a ricercarle in qualcosa di straordinario, una passione, come la fotografia, un mezzo unico e senza tempo che ti dà la risposta: piccole, grandi, illusioni ottiche, un tornado di idee e sensazioni nuove.
Allora accade che ti trovi di fronte ad uno squarcio di paradiso, ti sale un desiderio irrefrenabile di fermarti un istante per osservare, cogliere, sentire dentro ogni singolo dettaglio.
Solo così ti rendi conto di quanto valga la pena svegliarsi da ogni sonno per osservare quanto
sia meraviglioso ciò che ci circonda.