a cura della redazione di OrientePress –
Servizio pubblico: una forma di servizio appunto, assai ben pagato e in anticipo, alla comunità, non necessariamente anziana o disabile.
Poste Italiane dovrebbe aver presente il concetto!
In tempi di crisi economica come quello che stiamo vivendo, tutte le imprese cercano di tagliare i costi, ma se questi tagli sono operati nel servizio pubblico, le conseguenze e i disagi per i cittadini possono essere pesanti. E’ il caso di Poste italiane che si appresta a varare un piano di chiusura o ridimensionamento degli uffici postali dei piccoli centri; anche la provincia di Firenze non fa eccezione e il territorio del Levante Fiorentino verrebbe privato di due uffici e ne vedrebbe ridotto un terzo.
Non si è fatta attendere la risposta dei sindaci interessati che hanno diffuso un comunicato congiunto firmato da Mauro Pinzani, sindaco di Rufina, Alessandro Manni, sindaco di San Godenzo e Stefano Passiatore, sindaco di Dicomano:
“Apprendiamo questa mattina dagli organi di stampa della possibile chiusura di circa ottanta uffici postali in Regione Toscana. Di questi provvedimenti due riguardano la chiusura degli uffici postali di Contea e Pomino in comune di Rufina, a questi si unisce la riduzione di personale, con conseguente apertura ridotta, di quello di San Godenzo. Manifestiamo il nostro disappunto e tutto il nostro stupore e sdegno, per delle notizie che arrivano prima agli organi d’informazione e poi agli organi istituzionali, senza nessuna sensibilità verso il territorio e le esigenze vere dei cittadini già disagiati dalla dislocazione geografica e dalle comunicazioni. Oltre ad attivarci con ANCI e con gli altri comuni ed istituzioni per aprire un confronto e verificare le reali intenzioni di Poste Italiane, metteremo tutte le azioni possibili in campo per evitare una simile sciagurata ipotesi. Il servizio postale non può essere organizzato in maniera aziendalistica e in spregio alle reali diffuse esigenze dei cittadini. Per le unioni montane e per i comuni montani presto saranno a disposizione finanziamenti per evitare lo spopolamento e per mantenere la qualità della vita, ma tutto questo sarà inutile se verranno chiusi servizi essenziali come l’ufficio postale. Poste Italiane è innanzi tutto un’azienda che fa servizio pubblico e deve rispondere a tali logiche, chiederemo alle forze politiche e alle istituzioni di prendere posizione e aiutarci in questa vicenda”.