di Jacopo Zucchini- Quando sei davanti ad un Guttuso ti rendi conto immediatamente della sua grandezza, una grandeza che parla al cuore, sia per le notevoli dimensioni, sia per i suoi contenuti, il tutto contornato da pennellate di colore forti ed eloquenti in grado di esprimere una diretta osservazione della realtà.
Sono davanti a “Grecia 1952“opera conosciuta anche come “Fucilazione dei patrioti” : vi si narra la morte di Nicola Beloyannis che è stato una figura eroica della resistenza greca.
Si oppose alle autorità greche e fu fucilato insieme ai suoi compagni per idee rivoluzionarie che scomparvero definitivamente con la sua morte.
“Morire per delle idee è una cosa affascinante” dice Fabrizio De Andrè e forse è anche per questo che Guttuso realista, combattente per la causa, rimase così colpito da questa figura.
La scena rappresenta la fucilazione di alcuni partigiani greci nell’attimo che immediatamente segue quello in cui tutto si è compiuto, l’artista pone l’attenzione solo sui “partigiani”, non lascia spazio ai carnefici e ai loro fucili. Una fucilazione senza fucili.
Vittime come tante, con i semplici vestiti di ogni giorno, con gesti e movenze di gente comune.
Questa opera è stata recentemente presentata al Museo Novecento in piazza Santa Maria Novella a Fienze alla preview di “Resistere nel Tempo” e la potete ritrovare insieme ad altre di Guttuso, di Manzù, al Museo che aprirà il 25 aprile 2015, giorno della Liberazione, a Pelago nel vecchio Comune.