– servizio a cura di Giuseppe Ponterio –
Acquistato nel dicembre 2019 da parte della Regione Toscana, l’Archivio Alinari passa a pubblica gestione e diventa, nel luglio 2020, Fondazione Alinari per la Fotografia che, presieduta da Giorgio van Straten e diretta da Claudia Baroncini, ha presentato al pubblico il suo programma lo scorso 16 febbraio 2021.
La sua nascita è una pagina importante di una grande storia, quella iniziata in Toscana nel 1852, quando Leopoldo Alinari impianta a Firenze il suo primo laboratorio fotografico e poi darà vita alla ditta F.lli Alinari.
L’acquisizione da parte della Regione Toscana del patrimonio materiale Alinari, è una operazione di politica e investimento culturale tra i più importanti nel corso degli ultimi anni, che ha salvato l’ archivio, unico al mondo per consistenza e valore, dalla dispersione e dallo smembramento, garantendo anche la sua futura fruibilità e accessibilità.
Il patrimonio, già entrato nella disponibilità della Regione Toscana, consta di oltre cinque milioni di pezzi, numerosi dei quali unici, che documentano un secolo e mezzo di storia toscana e italiana, tra la seconda metà dell’800 e la prima metà del ‘900. Un immenso patrimonio fotografico, di incredibile valore per la cultura europea e internazionalmente riconosciuto, tanto da indurre la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana (SABT) a procedere alla dichiarazione di interesse storico particolarmente importante del patrimonio documentario a tutela e salvaguardia del bene nella sua complessità, interezza e unitarietà.
E’ un percorso di riscoperta di identità quello che scaturisce dal patrimonio Alinari, identità spesso trascurata o, addirittura perduta, come può accadere in tempo di pandemia.
La Fondazione ha comunicato recentemente di aver vinto il bando del MiBACT Strategia Fotografia 2020- Conservazione: assegnazione di un finanziamento importante per il restauro e la digitalizzazione dei così detti “pezzi unici”, cioè le fotografie realizzate prima dell’invenzione del negativo, con un progetto realizzato insieme all‘Opificio delle Pietre Dure.
Attualmente il patrimonio analogico è conservato presso la società Art Defender, a Calenzano, un deposito di massima sicurezza per la verifica dell’integrità materiale del patrimonio acquisito; dalla prossima estate avrà inizio il trasferimento a Villa Fabbricotti, di proprietà della Regione Toscana.
Dopo mille peripezie, dunque, anche la storia dell’archivio Alinari sembra avere un lieto fine e, speriamo presto, una nuova dimora che ne permetta la pubblica godibilità.