– di Nadia Fondelli –
Ormai l’effetto “leave” ha contagiato tanti e ben oltre le bianche scogliere di Dover. In attesa, ma poi non troppo, anche all’interno dell’Unione de Comuni Valdarno e Valdisieve si è consumata la scissione.
Dopo il Brexit ecco così, in riva all’Arno, consumarsi il Rignexit: il consiglio del Comune di Rignano sull’Arno, forse proprio sull’onda della ribellione britannica, ha approvato all’unanimità la decisione di abbandonare l’Unione dei Comuni.
Non proprio un fulmine a ciel sereno per chi ha seguito i mal di pancia di un’unione forte solo sulla carta dove fra ribellioni, voglia di evadere, posizioni contrastanti ed immobilismo le acque non erano certo calme.
Tutto ebbe inizio lo scorso novembre quando la sindaca di Pontassieve Marini, subito seguita da Lorenzini di Rignano si dichiarò pubblicamente delusa dalla scelta fatta di dar vita all’Unione dei Comuni.
Un disagio forte quello del Comune capofila che ha smosso le sabbie mobili di correnti e fazioni fino a quando, dopo gli sbeffeggi dell’opposizione, il PD – partito comune denominatore di tutte le amministrazioni – ha richiamato i suoi adepti agli ordini di bottega.
Tutto a posto? Solo un’apparenza. In realtà, come avete letto su queste pagine, in un’unione approssimativa e fatta a spezzatino le acque si agitavano sotto la corrente.
Pelago e Rufina a far fronte comune per tornare ad essere con Pontassieve un unico Comune. Pontassieve che però con Rignano sull’Arno (non a caso) e Reggello strizza l’occhio alla grande Firenze; Londa e San Godenzo che si trovano isolati fra i loro bellissimi boschi e cercano di tirare dentro Dicomano che non sa se guardare al Mugello o alla Valdisieve.
Un risiko complicato che non è riuscito a mettere a posto nemmeno il consiglio dell’Unione di febbraio che di fatto aveva congelato tutte le posizioni rimandando alla fine del 2016 ogni decisione.
Lorenzini del resto non ha mai nascosto il suo pensiero sull’Unione né la sua voglia, con Pontassieve, di diventare ponte naturale fra Firenze e il Valdarno puntando a una fusione, ma il sindaco di Londa e Presidente dell’Unione dei Comuni, Aleandro Murras non l’ha presa troppo bene.
“Tutti i comuni decisero all’unanimità di prendere risoluzioni in merito all’uscita dall’ente sovracomunale solo alla fine del 2016.Mi sarei aspettato il rispetto degli accordi presi in occasione del Consiglio dell’Unione aperto a tutti i consiglieri che si è svolto nel mese di febbraio.”
Quanto ai risultati dell’Unione secondo Murras sono molto positivi. “Abbiamo deciso di portare avanti gestioni che migliorassero le macchine comunali e portassero anche ad un risparmio economico per gli enti aderenti, e l’obiettivo è stato raggiunto. Forse i risultati sono poco visibili, ma le cifre parlano chiaro.(…) Abbiamo fornito servizi migliori ad un costo inferiore”.
Inoltre il Sindaco di Londa non nasconde il suo disappunto verso il collega uscente per il fatto che a causa della sua puntuale assenza nelle riunioni di giunta non è mai stato possibile provvedere alla verifica dei servizi associati come era stato invece deciso di fare.
Adesso si apre la questione delle procedure di uscita e il destino dei cinque dipendenti del Comune sull’Arno passati sotto le dirette dipendenze dell’Unione che da regolamento dovrebbero tornare a Rignano.
Non sappiamo se le lacrime e il pentimento in riva dell’Arno saranno le stesse delle rive del Tamigi, ma certo è che Murras segue la linea Junker promettendo “di metterci al più presto intorno ad un tavolo per decidere tutte le procedure di uscita, per fare in modo da rendere effettiva la decisione alla prima scadenza possibile, cioè il 1 gennaio 2017”.
Lorenzini però non ci sta alle piccate dichiarazioni di Murras replicando che: “Trovo irrispettose per il consiglio comunale di Rignano sull’Arno le affermazioni rilasciate dal Presidente dell’Unione de Comuni del Valdarno e Valdisieve. Sorprende come un rappresentante di un Ente possa mancare di rispetto a una decisione unanime di un organo autonomo come quello consiliare. La votazione è avvenuta nel mese di giugno – conclude il sindaco Lorenzini – e rientra pienamente nei tempi tecnici per una uscita entro il 31 dicembre 2016”!
Cosa succederà adesso? Cosa farà Pontassieve che già aveva giocato d’anticipo muovendo sulla scacchiera la pedina della vox populi con una serie d’incontri (peraltro già in corso) con i cittadini? Quali gli ordini che saranno impartiti dal PD? Come sfrutteranno la mancanza di coesione le opposizioni e le fronde ribelli interne?
Certo è che la partita in Valdisieve è appena iniziata e i soldi in ballo tanti… specie ora che l’Europa deve dividere con un Paese in meno….