di Claudio Molinelli – Al teatro comunale di Antella è andato in scena in una sala gremita lo spettacolo “Dialogo di una prostituta con un suo cliente”, il testo scritto da Dacia Maraini nel 1973 e allestito dal gruppo teatrale “A_tratti_brevissimi”. La compagnia che si avvale dei giovani attori Luca Terracciano e Caterina Fornaciai, diplomati al teatro stabile di Genova, col regista Flavio Furno e l’assistente alla regia Melania Genna, è in giro da un anno con questo che è il suo primo allestimento.
Il teatro di Antella conferma così la sua vocazione a una riproposta di testi di valore poco rappresentati puntando su gruppi teatrali che si affacciano sulla scena nazionale. In effetti destava curiosità l’operazione di riproposta di un testo molto legato al clima degli anni in cui fu concepito e che era stato giudicato scandaloso per le scene di nudo e la crudezza del linguaggio.
In una scena scarna, costituita da una stanza con un grammofono, un ventilatore, una branda e una poltrona, Manila, una prostituta trentenne, e il suo cliente, uno studente venticinquenne senza nome, si affrontano prima e dopo il rapporto in un lungo e serrato dialogo-duello.
Lui è un mammone ossessionato da ricordi di adolescenza legati a pulsioni erotiche a sfondo religioso e non si cura di tradire la fidanzata, emulando le gesta paterne. Lei, pragmatica e priva di tabù, mostra un’aggressività verbale che mette a disagio il suo occasionale partner. Ricordi e vicende familiari prendono corpo nella misera stanza configurando quasi i tratti di una seduta psicanalitica. La violenza verbale fa da padrona, rabbia e frustrazioni personali emergono con prepotenza e anche il momento in cui si consuma il rapporto è contrassegnato da una comunicazione vicina al delirio.
Il ruolo della donna nella società e così riassunto da Manila: “ Una donna può solo scegliere se prostituirsi in pubblico o in privato”. Dopo il rapporto, lui diviene sempre più aggressivo, e cogliendo intenzionalmente una minima attrazione della donna nei suoi confronti, afferma di non volerla pagare, proponendole poi addirittura di diventare il suo protettore. Il rapporto tra il cliente e la prostituta diviene emblematico di quello generale uomo-donna in una società maschilista dove il potere pende decisamente dalla parte maschile. Alla fine lui paga metà prezzo e se ne va.
I due attori interpretano con grande energia e presenza i loro ruoli, dando un decisivo contributo alla riuscita della messinscena. Luca Terracciano rende bene l’ambiguità di un personaggio che oscilla tra timidezza e aggressività; Caterina Fornaciai presta alla sua “Manila” tutta la rabbia, il malcontento e la consapevolezza di una donna che ha fatto una scelta che comporta un alto prezzo da pagare.
Luca Terracciano illustra alcune chiavi di lettura dello spettacolo: “ Riproponiamo questo testo perché il rapporto uomo-donna è un argomento senza epoca. L’aspetto più importante è dare una voce alla donna in una società maschilista come la nostra. Manila decide di vendere il suo corpo, ma alla fine emerge tutta la fragilità di una donna ferita e usata. Il cliente è volutamente privo di nome, e si connota piuttosto come un figlio che vuole emulare il padre in una società dominata da figure maschili. Anche “Due donne di provincia”, il nostro prossimo allestimento che porteremo qui ad Antella, è un testo di Dacia Maraini”.
E’da sottolineare che la Maraini non ha voluto prendere i diritti d’autore sullo spettacolo per aiutare anche finanziariamente la compagnia.