– servizio a cura di Giuseppe Ponterio –
L’itinerario, che ho intrapreso per raccontare gli ospedali storici italiani, continua a Napoli, all’ospedale di S. Maria degli Incurabili, una delle cinque sedi fondative di ACOSI, l’ Associazione Culturale Ospedali Storici Italiani.
L’ospedale napoletano, fondato agli inizi del XVI sec., conserva la memoria di Napoli e rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’espressione di arte e cura nel mondo; fa parte, insieme alle sedi di Genova, Venezia e Roma, della rete italiana degli Ospedali degli Incurabili: strutture che, come suggerisce il nome, nacquero allo scopo di garantire assistenza medica ai malati di quello che veniva considerato un flagello divino.
La storia dell’Ospedale degli Incurabili è nota.
Oggi, parte del monastero delle Pentite, divenuto nei secoli successivi sede della “rationalia” dell’Ospedale, ospita il Museo delle Arti Sanitarie e di Storia della Medicina. L’idea è antica, e già alla fine del XIX secolo vi è traccia di percorsi museali nella vita dell’ospedale: antichi ferri chirurgici e strumenti medici, stampe e libri riuniti insieme in un luogo particolare per salvare la memoria della scuola medica napoletana e della storia sanitaria del sud.
Verosimilmente, la tesi di un museo all’interno dell’ospedale già a fine Ottocento è sostenibile se si allude ad un museo di carattere scientifico, di cui serbano memoria le raccolte di preparazioni anatomiche, preparazioni anatomo-patologiche e strumenti chirurgici. Il museo di quegli anni, collocato accanto alla farmacia e forse gestito dal personale della stessa, fu inizialmente un museo delle arti sanitarie, vivificato dalla presenza di accademie e riviste scientifiche di contenuto storico-medico, il cui interesse prevalente non era quello artistico, ma il recupero della tradizione e delle radici delle professioni sanitarie. Purtroppo sia la biblioteca che le collezioni scientifiche andarono incontro ad una dispersione, contestualmente al progressivo decadimento delle funzioni dell’ospedale.
Gli ambienti nell’area privilegiata della farmacia storica divennero prima deposito delle opere contenute nell’Ospedale Incurabili e, su iniziativa sostenuta dell’Associazione Il Faro d’Ippocrate, fu realizzata una quadreria visitabile che accoglie anche le opere provenienti dagli altri ospedali del centro storico.
In occasione dell’anniversario della fondazione dell’Ospedale, il 23 marzo 2010, viene istituito il primo nucleo del Museo, nella sua veste attuale.
Abbiamo incontrato Gennaro Rispoli, primario di Chirurgia dell’ospedale Ascalesi e presidente di Il Faro di Ippocrate : ripartire dal passato per comprendere il presente, ecco l’impegno dell’Associazione e di tutti i volontari che ne fanno parte.
L’associazione svolge un’intensa attività indirizzata a conoscere, promuovere e valorizzare i beni culturali ed il patrimonio storico-sanitario degli ospedali antichi e monumentali della città di Napoli: far conoscere la storia della salute della Campania, ed in particolare della città di Napoli, intrecciare formazione culturale e formazione sanitaria, arte e prevenzione: conoscere le malattie attraverso la storia e combatterle attraverso la prevenzione, in luoghi dove la Medicina e l’Arte convivono da secoli.
Recentemente ha attivato un crowdfunding per il recupero di opere e la riapertura di autentici scrigni di arte e scienza, quali ad esempio la Farmacia Storica: la farmacia, gioiello barocco, più importante del Regno delle due Sicilie, punto di riferimento non solo per Napoli, ma per tutto il Meridione.
Riaperta una prima volta dieci anni fa, la Farmacia è oggi nuovamente chiusa a causa di un dissesto legato a un cedimento della struttura: adesso oggetto di un delicato e sapiente restauro.
In tempo di covid, coerentemente con la filosofia del Faro, il Museo delle Arti Sanitarie è al fianco della sanità pubblica con un percorso dedicato alla storia delle vaccinazioni: “Con Cura, con Amore, con Rigore. Viaggio nella storia dei vaccini”.
La cultura, la storia e l’arte come cura: immagini e parole raccontano una battaglia senza fine dell’uomo contro le malattie epidemiche.
L’esposizione è presente nel Covid Vaccine Center predisposto dall’Asl Napoli 1 Centro, presso la Mostra d’Oltremare di Napoli ed è fruibile solo per chi ha ricevuto la somministrazione del vaccino.
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