– di Claudio Molinelli – Il recupero del cibo avanzato nelle mense scolastiche è una delle buone pratiche che si sono affermate maggiormente negli ultimi anni, frutto di una sensibilizzazione sociale sempre maggiore verso un bisogno che l’asprezza dei tempi rende purtroppo crescente.
Nel territorio del Levante Fiorentino registriamo due esempi di questa virtuosa attività, a Bagno a Ripoli e Dicomano, coordinati dalle scuole stesse, dai Comuni e da associazioni di volontariato.
Il primo progetto coinvolge la scuola primaria Guglielmo Marconi di Grassina, nel Comune di Bagno a Ripoli, che fa parte dell’Istituto comprensivo Caponnetto.
L’iniziativa del recupero pasti è stata avviata, in via sperimentale, nel mese di maggio 2014 ed è entrata a regime dallo scorso anno scolastico. I soggetti che coordinano l’iniziativa sono il
personale dell’Ufficio Scuola del Comune di Bagno a Ripoli, operatori della SIAF, società di ristorazione che serve molte scuole del territorio, e volontari della Caritas parrocchiale di San Michele Arcangelo di Grassina.
Il progetto sensibilizza i ragazzi contro lo spreco alimentare, inserendosi in un contesto educativo diversificato, che va dallo sviluppo di azioni preventive , all’attenzione alla qualità del cibo con la filiera corta, dall’educazione alimentare al recupero delle tradizioni culinarie del territorio ed alla valorizzazione degli orti scolastici.
La scuola è stata scelta anche perché dotata di una cucina con un abbattitore di temperatura in grado di raffreddare gli alimenti, garantendone una migliore conservazione nel rispetto delle norme HCCP.
Nello scorso anno 12 classi sono state coinvolte nell’iniziativa, dalla seconda alla quinta elementare; i pasti prodotti, ogni giorno, e destinati agli alunni della scuola, sono stati 300; le porzioni recuperate si aggirano intorno al 7% a cui va aggiunta una quota, non quantificata, di pane e frutta raccolta anche in altri plessi scolastici del Comune.
La SIAF con un proprio operatore e la Caritas con i propri volontari lavorano quasi quotidianamente per recuperare il cibo in avanzo: lo sporzionano, lo abbattono, lo etichettano, lo trasportano ed infine lo distribuiscono alle persone ed alle famiglie più bisognose segnalate dal servizio sociale e contattate, di volta in volta, dai volontari.
L’altra esperienza, denominata “Un pasto giusto” riguarda l’Istituto comprensivo Desiderio da Settignano di Dicomano dove dal 20 aprile 2015 è in atto l’iniziativa attraverso cui si raccoglie ciò che i bambini non hanno consumato durante il pranzo per ridistribuirlo a chi ne ha bisogno. Anche in questo caso il plesso scolastico è dotato di una cucina interna.
Come prima accortezza, durante il pranzo, le insegnanti e il personale addetto cercano di fare porzioni più calibrate, dando piuttosto l’opportunità ai bambini di chiedere il bis, in modo che il cibo non avanzi nei piatti diventando irrecuperabile.
A fine pasto, ciò che non è stato distribuito viene subito recuperato e raccolto in porzioni termosigillate che la Cooperativa Cristoforo, cooperativa sociale Onlus che si occupa anche della gestione di mense, porta presso gli ex macelli dove le associazioni di volontariato della zona (Auser, Misericordia, Comitato del Carnevale, Sul sentiero, MCL e Parrocchie) lo distribuiscono alle persone bisognose, in forma del tutto anonima.
I risultati della sperimentazione sono lusinghieri: le persone che finora hanno usufruito giornalmente del servizio sono state mediamente 17; complessivamente sono stati consegnati circa 386 primi, 323 secondi e 414 porzioni fra contorni e frutta, oltre il pane. I beneficiari sono per lo più famiglie di extracomunitari, ma anche giovani donne italiane; quasi tutti in cerca di occupazione.
L’iniziativa“Un pasto giusto” è ripartita con l’avvio del nuovo anno scolastico, prevedendo anche una serie di incontri fra i bambini e una dietista per consolidare un percorso di sensibilizzazione ad un uso consapevole e corretto del cibo.