di Claudio Molinelli – foto di Edoardo Abruzzese –
Fin troppo evidentemente, sì!
Occupandoci da sempre di territorio e di “territorio buono” come dovrebbe essere tutto quello del nostro pianeta finalmente una buona notizia dalle aule parlamentari: il 22 maggio 2015 anche il Senato ha approvato la legge n. 68 sugli ecoreati, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 122 del 28 maggio 2015, introducendo nel codice penale cinque tipologie di “delitti” contro l’ambiente. La legge che arriva al traguardo dopo circa due anni è il testo unificato di una proposta presentata da Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente alla Camera, e di quelle analoghe di Salvatore Micillo, del Movimento 5 Stelle, e di Serena Pellegrino, di Sinistra e Libertà. I cinque reati introdotti sono: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo e omessa bonifica.
Entriamo nel dettaglio.
L’art. 452-bis del codice penale, punisce adesso l’inquinamento ambientale con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 100.000 euro; si sanzionano le condotte che hanno compromesso o deteriorato in modo “significativo e misurabile” lo stato preesistente di acque o aria, di suolo e sottosuolo” o alterato un ecosistema, modificando flora e fauna. Sono previste aggravanti con reclusione crescente da 2 anni e 6 mesi, in caso di lesioni personali, fino a12 anni, in caso di morte, e fino a 20 anni per eventi lesivi plurimi. In altre parole da ora in poi si punisce, su basi oggettive, chi produce danni quantificabili all’ambiente: le foreste, i fiumi, il mare,l’aria che respiriamo, dovrebbero essere i primi beneficiari.
Particolarmente importante è il reato di disastro ambientale, punito con la reclusione da 5 a 15 anni. Riguarda un’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema o un’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione è particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali; il provvedimento riguarda anche l’offesa all’incolumità pubblica causata, sia per l’estensione dei suoi effetti lesivi, sia per il numero delle persone offese o esposte al pericolo. Questo provvedimento cardine sancisce in modo inequivocabile la natura dei grandi crimini ambientali e dovrebbe nel futuro impedire scempi come quello della discarica di Bussi in Abruzzo, che ha contaminato le acque della zona, o l’abbandono delle scorie nella Terra dei Fuochi in Campania.
L’art. 452-sexies punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 50.000 euro il reato di pericolo di traffico e abbandono di materiali ad alta radioattività
Significativa anche l’introduzione del reato, punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni , di impedimento del controllo ambientale, negando o ostacolando l’accesso ai luoghi, ovvero mutando artificiosamente il loro stato.
Mentre può apparire più discutibile il ravvedimento operoso, cioè la diminuzione di pena dalla metà a due terzi per chi s’impegna a evitare che l’attività illecita sia portata a conseguenze ulteriori o provveda alla messa in sicurezza, bonifica e, ove possibile, al ripristino dello stato dei luoghi, “prima che sia dichiarata l’apertura del dibattimento di primo grado”: il danno prodotto c’è stato, spesso impossibile da sanare, un danno senza sconti!
Ricordiamo che sono previste specifiche aggravanti per delitti contro l’ambiente commessi in forma associativa; il provvedimento è stato preso per individuare e colpire associazioni mafiose che, com’è ormai appurato, traggono buona parte dei loro profitti proprio da attività malavitose ai danni dell’ambiente.
Si tratta insomma di una legge, pur con imperfezioni e lati migliorabili, di grande portata che va a colmare un vuoto legislativo non più tollerabile, e che dovrebbe garantire una maggiore tutela del nostro ambiente territoriale, già fragile di suo e minacciato da eventi climatici sempre più estremi, ma soprattutto minato da un dissesto idrogeologico in gran parte determinato da scelte dissennate se non addirittura fuorilegge, purtroppo assai frequenti.
Inoltre questo provvedimento, atteso da molti anni, dovrebbe scongiurare o rendere molto più difficile il ripetersi di tragedie immani, quale quella provocata dall’Eternit di Casale Monferrato, in cui si muore “di aria”!
Dida foto: Edoardo Abruzzese, Gressoney La Trinitè, Valle d’Aosta, settembre 2014