di Claudio Molinelli – Nuovo appuntamento della stagione di prosa del teatro Garibaldi di Figline Valdarno: di fronte a un folto pubblico si è svolta la rappresentazione della commedia di Cristina Comencini “La scena”, diretta dalla stessa autrice, interpretata da Maria Amelia Monti, Angela Finocchiaro e Stefano Annoni, prodotta da Enfi Teatro in collaborazione col Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia. Cristina Comencini, figlia d’arte, è una poliedrica scrittrice, regista cinematografica e sceneggiatrice che recentemente si sta affermando come autrice di teatro sempre attenta a tematiche che trattano il pianeta donna.
Domenica mattina, in casa dell’amica Maria, Lucia, attrice, sta provando una scena: le due amiche, di mezza età, reduci da matrimoni andati male, si rivelano subito caratteri opposti, Lucia, razionale e controllata, Maria, estroversa e disinibita. Anche nel rapporto con gli uomini le due hanno approcci divergenti: Lucia s’innamora ormai solo dei personaggi che incontra sulla scena, Maria colleziona avventure con facilità: l’ultima di queste, il giovane Luca, conosciuto la sera prima, si materializza in mutande davanti all’esterrefatta Lucia, che viene scambiata dall’uomo, reduce da una sbornia, per l’amante della notte; le due amiche si scambiano così i ruoli interpretando l’una la parte dell’altra fino al momento in cui le reali identità vengono chiarite. E’ l’occasione per le due donne di raccontare la loro vita e mettere a nudo pensieri e sentimenti di fronte al giovane uomo, preso di mira dalla loro arguzia e caustica ironia: per lunghi tratti Luca sembra un pupazzo in balia delle mature amiche che gli rinfacciano una giovanile immaturità; ma il ragazzo non è così sprovveduto, se riesce a definire così il genere femminile: “ le donne passano la prima parte della vita a fare progetti, e la seconda a smontarli”. Emergono i dissesti delle vite familiari dei tre: Lucia, lasciata dal marito dopo la morte precoce del piccolo figlio; Maria, tradita dal marito per la baby sitter, e Luca, vissuto all’ombra di un padre debole e di una madre autoritaria. A un certo punto Luca tira fuori tutta la sua rabbia repressa, esprimendola con le mosse di un’arte marziale, la situazione si capovolge, ora è lui a impaurire le donne. Tra alti e bassi i tre continuano a confrontarsi e a riproporre un ordito esistenziale in cui uomini e donne perennemente si cercano, non sempre capendosi, ma senza poter fare a meno gli uni degli altri.
Il testo di Cristina Comencini è pieno di vitalità e comunicativa e possiede una grande forza comica senza perdere di profondità: i rapporti dicotomici tra parola e linguaggio del corpo, giovinezza e maturità, e naturalmente uomo e donna, sono esplorati con intelligenza all’interno di una messinscena contrassegnata da un ritmo sempre sostenuto, quasi pirotecnico. Al successo dello spettacolo, vivamente acclamato dal pubblico, contribuiscono molto le prove degli attori: Stefano Annoni si disimpegna più che decorosamente in un ruolo non facile tra le due scatenate interpreti femminili: Maria Amelia Monti che infonde a Maria tutta la sua vis comica, fatta di brio e leggerezza e Angela Finocchiaro, una Lucia, ora sorniona, ora malinconica, a tratti irresistibilmente comica.