servizio di Claudio Molinelli – Foto di Edoardo Abruzzese –
Il fenomeno dell’arrivo sul suolo italiano dei migranti, o richiedenti asilo, in realtà una massa di persone disperate in fuga dai loro paesi martoriati da guerre e violenze, ha assunto negli ultimi tempi proporzioni tali da travalicare di gran lunga i confini nazionali per diventare un fatto che coinvolge l’intera Europa, e ormai l’opinione pubblica mondiale.
Come si pone la Toscana, e in particolare il territorio della provincia di Firenze rispetto a questa forte e stringente emergenza?
Nello scorso maggio la prefettura di Firenze ha elaborato un piano d’accoglienza, suddividendo il territorio provinciale in aree con quote percentuali in base alle quali destinare i migranti in arrivo.
Il piano annunciato dal prefetto Luigi Varratta prevedeva di ospitare duemila migranti dividendo il territorio provinciale in sette macro-aree che raggruppano i comuni su base geografica. A ciascun circondario è stata assegnata una quota fissa, stabilita in base alla popolazione residente.
All’area fiorentina, che comprende anche Fiesole, è attribuito il 38,5% di presenze. Il Comune di Bagno a Ripoli è inserito nell’area del Chianti, con l’8,5% di presenze. Dicomano fa parte dell’area del Mugello, cui va il 6,9%. La gran parte dei Comuni delle Terre del Levante Fiorentino è raggruppato nell’area “Sieve”, cui è attribuito l’8,9% delle presenze. Nel dettaglio la tabella stabiliva 770 presenze totali nell’area fiorentina , per l’area Sieve 178 presenze, per il Chianti 169 presenze, e per il Mugello 137.
Alla fine di agosto la Regione Toscana ha compiuto un altro passo concreto anticipando risorse per un importo complessivo di 290mila euro circa (che verranno rimborsati dallo Stato), destinate all’acquisto di una serie di moduli abitativi provvisori che permette di evitare l’accoglienza in albergo.
La Regione Toscana ha poi attivato da una settimana un numero speciale telefonico- 331.6983061, attivo dalle 9.00 alle 18.00, al quale cittadini privati posono rivolgersi per offrire ospitalità nella propria abitazione. L’iniziativa ha avuto subito un ottimo riscontro, tanto che alla data dell’11 settembre sono stati offerti ben 350 posti, a cui si aggiungono una sessantina di appartamenti e seconde case messe a disposizione. Nel complesso si tratta di una risposta generosa: 2-3 i posti in media offerti, ma c’è anche chi si è dichiarato pronto ad ospitare un’intera famiglia.
L’emergenza migranti, già difficile da affrontare, ha subito una consistente impennata nell’ultimo periodo che costringe tutti i soggetti impegnati a uno sforzo straordinario: alla data dell’11 maggio 2015 i migranti accolti in Toscana erano stati 2613. In data 11 settembre 2015 il numero è arrivato a 5548 unità.
Aldilà dei numeri c’è poi la questione fondamentale del percorso d’inserimento di queste persone nel nostro tessuto sociale e lavorativo, passo indispensabile per garantire un minimo di futuro oltre la fase dell’accoglienza.
A questo proposito citiamo l’esperienza di Pontassieve dove negli ultimi giorni sono stati accolti 5 giovani – 3 provenienti dal Ghana, uno dal Mali e uno dal Burundi – di età compresa tra i 18 e 28 anni, ospitati in un appartamento del centro storico di Pontassieve. A curare l’accoglienza sono ARCI e la Cooperativa “Pane e rose” all’interno del progetto nazionale SPRAR, tramite il quale a Pontassieve sono già ospitati altri cinque giovani nel quartiere dei Villini da alcuni mesi, e la cui esperienza si è rivelata positiva. Il progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) offre un piano di accoglienza strutturato e collaudato, che si basa sulle competenze qualificate degli operatori incaricati per offrire accoglienza a più categorie di persone, soprattutto richiedenti protezione internazionale, protezione umanitaria, rifugiati.
Un ulteriore percorso integrativo è stato messo a punto negli ultimi giorni dalla Regione Toscana: si sta lavorando alla convenzione che permetterà di impiegare i profughi accolti nelle attività svolte dai consorzi di bonifica. Un lavoro, su base volontaria, preceduto da un breve corso di formazione, che li vedrà impegnati in piccoli interventi aggiuntivi e diversi da quelli già svolti dal personale interno o dalle ditte che lavorano per i consorzi.
In Regione Toscana si pensa anche ad un possibile coinvolgimento dei rifugiati nella cura dei parchi regionali.
Dida foto: Edoardo Abruzzese, Firenze, 11 settembre 2015, “Manifestazione di solidarietà a favore dei migranti”