di Claudio Molinelli – Nel lungo cammino che ha portato alla realizzazione del Comune unico di Figline e Incisa Valdarno, probabilmente la questione del santo patrono era stata sottovalutata.
Fino a che il commissario prefettizio che ha svolto funzioni di sindaco dal 1 gennaio 2014 fino alle elezioni amministrative del 25 maggio, ha applicato le disposizioni di legge, e precisamente la legge regionale n.31/2013, che stabilisce la sede legale del Comune di Figline e Incisa Valdarno nell’ex territorio di Incisa (Piazza del Municipio). A questo punto una delibera ha disposto che è Sant’Alessandro, santo protettore di Incisa, il patrono del nuovo Comune unico di Figline e Incisa Valdarno, individuando nel 6 giugno la festività patronale ai soli fini civili.
Una soluzione provvisoria, indispensabile da un punto di vista amministrativo, ma che certo non ha mancato di suscitare malcontenti nei cittadini di Figline che hanno visto, per il momento, decadere il proprio patrono, San Romolo, festeggiato il 6 luglio.
E così, venerdi scorso, 6 giugno, festa del patrono prescelto, i servizi pubblici sono stati sospesi, gli uffici sono rimasti chiusi, così come gli ambulatori dell’Ospedale Serristori, a dispetto delle visite prenotate in tempi non sospetti e rimandate ad altra data.
Nel Comune unico c’è ora una situazione curiosa e un po’ paradossale che vede la sede legale, il nuovo sindaco e ora anche il santo patrono “appannaggio” di Incisa Valdarno, mentre Figline ha un numero d’abitanti più del doppio. E’la legge regionale che stabilisce che la sede legale del nuovo Comune sia collocata nella frazione più piccola; da questo discende anche la scelta del santo patrono. Quanto al nuovo sindaco, Giulia Mugnai, incisana, c’è da dire che la sua elezione ha avuto la strada spianata dalla vittoria nelle primarie del Partito Democratico dove a sorpresa ha prevalso proprio sul sindaco uscente di Figline, Riccardo Nocentini.
Sta di fatto che molti figlinesi, come si evince dalla lettura dei numerosi post in rete, non hanno gradito questa deriva filo-incisana, lamentando con ironia, ma non troppo, una presunta perdita d’importanza, se non addirittura di identità della loro città natale nel nuovo organismo.
E’ chiaro che una nuova identità comunale non si può improvvisare in poco tempo, e che la tradizionale rivalità campanilistica, così presente nel dna dei toscani, non sarebbe stata facile da abbattere. Sicuramente la questione legata al santo patrono ha acuito il problema, andando a toccare un patrimonio tradizionale che connota fortemente qualunque comunità italiana: il Comune unico significa risparmio economico, ma nessuna comunità, piccola o grande, può rinunciare a cuor leggero a festeggiare il proprio santo patrono.
Tutto questo la nuova amministrazione comunale lo sa benissimo, tanto che intende avviare un percorso storico-conoscitivo per l’individuazione di un eventuale altro santo patrono, maggiormente condiviso. Per esempio si era già pensato, in un primo tempo, a San Francesco, che come patrono d’Italia, poteva coagulare più ampi consensi. Ecco il pensiero del nuovo sindaco, Giulia Mugnai: “La discussione sul santo patrono di Figline e Incisa Valdarno dev’essere un’occasione di confronto e contatto utile a irrobustire l’identità della nuova comunità unica di Figline e Incisa. La nostra idea è quella di dar vita a una commissione storico- tecnica composta da religiosi e laici che possa individuare un nuovo patrono legato alla storia locale o comunque significativo per la nostra comunità”.
All’imprevedibile non c’è mai fine!