di Sergio Bedessi – Nella magnifica città di Arezzo si sta tenendo, per qualche giorno, una mostra personale del Maestro scultore Nello Iazzetta: “Ombre danzanti” (Arezzo- Atrio d’onore del Palazzo della Provincia – 10/17 maggio 2014 – orario 10,30 – 18,30).
Il particolare allestimento della mostra ha conferito a questi magnifici capolavori un valore ancor superiore: non solo la scenografia complessiva è stata mirabilmente concepita e realizzata, ma la presentazione stessa, curata da Irene Reintyens, ha aggiunto all’evento un tocco di magia.
In pratica un’ombra (l’ombra di Irene) che parlava di ombre.
Un magnifico marchingegno culturale ed estetico ideato per presentare le “sculture delle ombre” presenti nella mostra “Ombre danzanti”, spiegando anche il percorso personale e di vita dell’artista che lo ha condotto a rappresentare la realtà in un mirabile gioco di ombre provocato dalle sculture stesse.
L’ombra di Irene ha illustrato ai partecipanti come l’essenzialità di queste forme si sposa al gioco di vuoti e di pieni che determina le forme stesse, conferendo alle varie opere un sapiente equilibrio che di per sé è già un canone di bellezza superlativo.
Giovanni Paolo II, ormai Santo, nella sua lettera agli artisti scrisse che “Ogni autentica intuizione artistica va oltre ciò che percepiscono i sensi e, penetrando la realtà, si sforza di interpretarne il mistero nascosto”; il Santo precisò anche che nell’opera dell’artista “l’aspirazione a dare un senso alla propria vita si accompagna alla percezione fugace della bellezza e della misteriosa unità delle cose”.
Questo è tanto più vero per lo scultore Nello Iazzetta che nelle sue “Sculture delle Ombre” ed in particolare nella mostra “Ombre danzanti” dimostra inequivocabilmente come quella tensione lirica fra l’aspirazione a dare un senso alla propria vita e la percezione della misteriosa unità delle cose si esprime meravigliosamente in opere di bellezza ed eleganza tali da lasciare stupiti.
La presentatrice della mostra ha osservato, a latere del suo discorso, che alla fin fine siamo tutti ombre.
È vero, siamo forse tutti ombre che ci muoviamo in un mondo che è reale quanto lo siamo noi, e solo la morte ci renderà liberi da questo stato; ma è proprio in questo nostro mondo di ombre che una di noi, lo scultore, arriva a realizzare quello che il Santo Giovanni Paolo II ha detto degli artisti: “quanto essi riescono ad esprimere in ciò che dipingono, scolpiscono, creano non è che un barlume di quello splendore che è balenato per qualche istante davanti agli occhi del loro spirito.”.
Ed è dunque grazie al lavoro degli artisti che noi stessi, ombre come le ombre del maestro Iazzetta, guardando le opere d’arte possiamo intravedere un barlume di quello splendore e, in questo modo, realizzare forse il senso della frase che Dostojevski mise in bocca al principe Miškin ne “L’idiota”: “… la bellezza salverà il mondo”.