– servizio a cura di Doriano Vincenzo De Luca, vice direttore Nuova Stagione –
L’informazione ha profondamente risentito degli effetti della pandemia tanto da poter parlare di “un’anomalia” dell’andamento dei dati. L’incremento dell’audience media dell’informazione di serata rispetto al 2019, contrasta infatti quell’emorragia di ascolti che negli ultimi anni ha sensibilmente ridotto il pubblico del prime time, come quello complessivo della tv generalista. Che sia proprio la pandemia da Covid-19 all’origine di questa inversione di tendenza è dimostrato dal fatto che ancora nel mese di gennaio 2020 si registrava un calo di circa 400 mila teleutenti rispetto all’anno precedente.
L’Osservatorio Tg Eurispes-CoRiS Sapienza, propone un’analisi sul pubblico delle edizioni dei tg delle 7 Reti generaliste (Tg Rai, Mediaset e La7) effettuando una comparazione tra il 2019 e il 2020.
I dati che hanno raccolto ci mostrano che gli ascolti sono tornati alti come ai tempi in cui i social non avevano ancora preso piede e i tg erano al primo posto come fornitori di informazioni. Era dal 2010 che non si registrava un simile audience. Il merito di questo va alla pandemia e al bisogno degli utenti di accedere ad informazioni affidabili. La situazione sanitaria ha decisamente monopolizzato per mesi i titoli di apertura oscurando altre tematiche.
Con il primo lockdown, con milioni di italiani chiusi in casa alla ricerca di informazioni, abbiamo assistito ad un’impennata di ascolti. Durante l’estate c’è stato invece un leggero ritorno alla normalità, probabilmente dovuto alle riaperture e alla diminuzione dei numeri dei contagi. I dati risalgono poi con l’arrivo della seconda ondata: gli utenti sono stati circa 7,5 milioni in più rispetto all’anno precedente; nei mesi primaverili ci sono stati picchi di audience che hanno toccato i 23 milioni di spettatori.
L’ultima volta che abbiamo registrato ascolti del genere era esattamente dieci anni fa. Nel 2010 questi dati erano possibili per vie del peso minimo che avevano i social network e la fonte principale era proprio la televisione. Da quell’anno in poi, il trend è stato sempre più in calo. Un esempio lampante è gennaio 2020 in cui c’è stata una perdita di circa 400.000 utenti. Domenica 22 marzo, con la comunicazione del Dcpm che bloccava tutte le attività produttive non essenziali, è stato il giorno con il picco più alto di spettatori. Sono stati circa 27 milioni, quindi 8,5 milioni in più rispetto alla serata d’informazione più seguita del 2019, ovvero il 18 gennaio in cui erano state comunicate le misure economiche prese dal primo governo di Conte.
Il Tg3 si dimostra, in proporzione, la testata che ha guadagnato di più, registrando una marcata crescita anche nel secondo semestre 2020, fase in cui le altre testate registrano incrementi più limitati.
Questi dati ci aiutano significativamente a riflettere sull’impegnativo compito cui siamo chiamati come comunicatori in questo tempo segnato dalla prima pandemia mediatica globale nella storia dell’umanità: raccontare l’oggi per costruire il domani.