– a cura della redazione di OrientePress-
Da venerdì 8 settembre 2017 a domenica 10 riflettori puntati sulla protagonista indiscussa della “nobiltà” di Londa : la Pesca Regina.
La Pesca Regina di Londa è un frutto che racconta un pezzo della nostra storia.
Un frutto antico, un frutto “ritrovato”, una pesca a maturazione tardiva che, per le sue particolarità, apre il dibattito sulla necessità di recuperare le varietà perdute o dimenticate.
La Pesca Regina di Londa si inserisce in quel panorama italiano che dal 1990 ha registrato la perdita del 75% della diversità genetica delle colture agricole (dati Coldiretti, 2014).
La Confederazione Italiana Agricoltori parla di un rischio che colpisce più di un quarto degli oltre cinquemila prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
Una perdita economica stimata in 11 miliardi di euro.
L’attuale produzione nel territorio di Londa, e confinanti, è variabile e si attesta tra le 20/30 tonnellate di cui l’80% di Pesca Regina e il 20 di altre varietà a diverso periodo di maturazione.
La storia della Pesca Regina di Londa riparte a metà del secolo scorso quando un esperto arboricoltore Alfredo Leoni, la portò alla ribalta del mercato fiorentino riscoprendola per caso.
Appena 10 furono le marze “strappate” ad un contadino che aveva questa cultivar dimenticata. Fu la fortuna del paese di Londa che negli anni del boom e fino al 1980 vide crescere l’interesse verso la sua pesca tardiva e non registrò, al contrario di molti paesi italiani di montagna, lo spopolamento del suo territorio.
La pesca tardiva a polpa bianca è ancora presente sul mercato a settembre inoltrato. Una pesca per sua natura a “km zero” in quanto non sopporta la lunga refrigerazione e il trasporto prolungato. La varietà è resistente naturalmente a molte delle principali malattie del pesco e cresce bene tra i 100 e i 700 metri di altitudine. L’Appennino toscano da subito si è presentato come zona ideale di coltivazione. Oggi, dopo l’abbandono dei campi avvenuto intorno agli anni’80, gli agricoltori sono tornati ad amare questa pesca unica, che insieme ad altre varietà a diversa maturazione, rimane uno dei capisaldi delle coltivazioni della zona.
La Pesca Regina di Londa si inserisce nel rapporto storico che la Toscana ha con la pesca, frutto tipico dell’estate, e con la necessità di riportare sulle nostre tavole frutta troppo spesso dimenticata pur essendo alimento fondamentale per la nostra dieta.
Un tempo ritenuto frutto ornamentale ma presente in Toscana fin dal 1500 grazie ai Medici che introdussero i “pomari” nelle ville toscane.
E proprio qui, tra Mugello e la Val di Sieve, non a caso, si conserva questa antica cultivar. #pescalonda.
Il programma completo su https://www.facebook.com/reginadilonda/?fref=ts