servizio a cura di Nadia Fondelli – foto di Edoardo Abruzzese –
Dieci anni di lavori (dal 1996 al 2006) per bucare l’Appennino e rendere Firenze e Bologna più vicine di venti minuti.
57 chilometri di fiumi spariti, 24 di torrenti, 37 sorgenti e 5 acquedotti prosciugati.
Un danno ambientale imprevisto e imprevedibile al cospetto del quale quei 31 milioni di euro di danni riconosciuti oggi, dopo oltre venti anni di polemiche sono solo spiccioli inutili buoni solo a scatenare una guerra fra poveri.
La Tav Mugello continua a far parlare di sè. Se venti sono stati gli anni attesi per quest’obolo di risarcimento altrettanti sono stati gli anni di polemiche (fra prima, durante e dopo) con tanto di un lungo processo con prima condanne e poi assoluzioni e prescrizioni (per cosucce del tipo traffico illecito di rifiuti, omessa bonifica, inquinamento ambientale).
E oggi pare si sia arrivati a scrivere la parola fine alla questioneTav Mugello.
Ma anzi no… In ballo ci sono ancora quegli ex 750 milioni (in euro) di danni richiesti diventati solo 31 milioni di euro – per altro prima spariti e solo recentemente “ritrovati” – e su questi spiccioli è partita una imbarazzante guerra fra poveri che vede contrapposte sul ring le Unioni dei Comuni Mugello e Valdisieve-Valdarno.
Una guerra fra pendolari che si contendono le strade ferrate da sottoporre a restyling con quella miseria di tesoretto recuperato dopo un ventennio e guadagnare magari qualche minuto (questo sì importante) per arrivare prima al lavoro e a casa.
Una mancetta referendaria arrivata puntuale a fine novembre 2016 che vede l’uno contro l’altro chi (Mugello) intende utilizzare quei denari solo per interventi sulla Faentina e chi (Valdisieve-Valdarno) vuole fare rispettare i patti siglati negli accordi del 1995 ovvero utilizzare quei soldi sulla tratta via Pontassieve della ferrovia.
Sono scesi sul campo di battaglia i pendolari del Comitato Mugello Attaccati al Treno, i sindaci di Barberino Mugello, San Piero – Scarperia e Borgo San Lorenzo con in testa il presidente dell’Unione dei Comuni e sindaco di Scarperia – San Piero Federico Ignesti che sbandierando 3000 viaggiatori giornalieri sulla tratta Faentina, non vuole sentire ragioni.
“Quei soldi si devono usare solo per la Faentina. Deve diventare un po’ la nostra metropolitana da e per Firenze. E poi è il Mugello ad aver subito danni e i soldi devono essere investiti qui. Se Rfi deve restaurare parte della linea della Valdisieve trovi i soldi altrove.”
Maurizio Izzo, portavoce del comitato Attaccati al treno ribadisce che “si può e si deve fare una rete metropolitana vera per un territorio con potenzialità di crescita importanti e un bacino di utenti pendolari elevato qual è il Mugello che deve diventare una stazione di area metropolitana; del resto se si fosse all’estero saremmo considerati a pieno titolo inseriti nella cinta urbana della città e quindi serve un potenziamento del treno anche per ridurre l’impatto del traffico privato verso la città. Il treno degli studenti, ad esempio, quello delle 7.20, è un Minuetto datato, sempre pieno e talvolta guasto e senza riserve”.
Del resto non è un caso che molti dei treni da e per il Mugello via Faentina sono presenti anche nell’elenco appena redatto dei 100 treni più affollati del 2017.
E allora dov’è la ragione?
Monica Marini, da poco Presidente dell’Unione dei Comuni della Valdisieve e Valdarno si tira fuori dai giochi dicendo che non è un problema che riguarda il suo territorio anche se l’ex Presidente e tutt’ora assessore alla mobilità Aleandro Murras invece dice che:
“Spiace innanzitutto che si debba dialogare solo a mezzo stampa quando sarebbe più semplice sedersi a un tavolo e discuterne fra noi. Detto questo meraviglia di come si voglia rinnegare un accordo sottoscritto da tutti oltre venti anni fa dove l’indennizzo si specificava sarebbe servito per eliminare 5 passaggi a livello, velocizzare la tratta e provvedere ad altri interventi tecnologici in un’ area che va da Borgo San Lorenzo a Pontassieve.
Esclusa l’elettrificazione della Faentina per i costi – in ordine di tempo e denari che servirebbero per interrare di almeno due metri le molte gallerie della tratta, ricordo che l’idea metropolitana da e per Firenze era un percorso ad anello Faentina – Valdisieve che prevedesse maggiori vetture con la creazione ad esempio di un area scambi a Scopeti nel comune di Rufina”.
Quanto ai numeri dei passeggeri Murras ci fa notare che forte è anche il flusso pendolare interno da e per i comuni del Mugello e la Valdisieve “molti studenti di Borgo San Lorenzo vanno a scuola a Pontassievee quando si parla di Mugello perché si escludono i cittadini di Vicchio e Dicomano che possono utilizzare solo la tratta ferroviaria della Valdisieve?”.
Maurizio Izzo però fa notare che secondo gli ingegneri di Rfi l’anello non può essere all’ordine del giorno perché è impossibile che possa diventare efficiente.
I treni lunghi non vanno bene per una tratta e i Minuetto non vanno bene per l’altra. Le due linee sono molto diverse e trovare un treno che vada bene per compiere l’anello vorrebbe dire accumulare ritardo di stazione in stazione.
Come andrà a finire non lo sappiamo. Sappiamo solo che quando in ballo girano soldi le lotte intestine non mancano mai.